Cervello e Memoria: che lunga storia!

Relazioni tra pensiero, memorie e comportamento

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CAPITOLI
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Introduzione: Spazio/tempo del cervello

1. Il cervello stratificato delle memorie - 2. Cervello e Musica -

3. Cervello e Mente - 4. Il Cervello del bambino -

5. Cervello e saturazione delle memorie -

6. Il Cervello cresce tutta la vita -

7. Stress e Plasticità Cerebrale - 8. Percezione dei colori -

9. Il Pensiero Creativo - 10. Anticipazione Percettiva -

11. L'estensione della Mente - 12. Immaginario e Sogno -

13. Cervello e Lettura Digitale - 14. Cervello e Significazione -

15. Cervello e Attenzione - 16. Cervello e Volontà -

17. Cervello e Creatività - 18. Prioni replicanti e Memoria


Il cervello umano
INTRODUZIONE: Spazio / Tempo del Cervello


Premessa: Il cervello é la struttura biologica generatrice del ragionamento, della coscienza, dell'intelligenza e della memoria e pertanto é necessario che ogni persona che si occupi di apprendimento in ogni sua forma possa conoscere l' avanzamento delle scienze neurologiche per aggiornare la propria riflessione sulle modalità del conoscere.


Tutte le cose ci circondano, tutte le circostanze che viviamo assumono un loro aspetto cognitivo in relazione alle concezioni mentali con le quali le consideriamo. Lo spazio ed il tempo sono concetti fondamentali della mente umana relativi alla percezione dell’ osservatore e che pertanto vanno a dipendere dalla significazione storico-sociale piu propria di ciascuna epoca.

In periodi di transizione e di cambiamento l’uomo necessita di riconsiderate lo spazio tempo come percezione e significazione, per rinnovare la concezione di tali fondamenti del conoscere.

In particolare oggi essendo possibile ammirare sul proprio computer un'alba "in diretta" sul Pacifico mentre si sta osservando un tramonto dalla propria finestra sul mar Mediterraneo, ciò fa riflettere su una nuova necessità di riconsiderare le categorie dello spazio e del tempo e ricondurle alle condizioni di osservazione e di vita della propria epoca, in particolare proprio per definire i criteri di utilizzazione delle tecnologie di comunicazione interattiva e adeguare le strategie di e-Learning, ma anche di e-Govern , e di e-Commerce ...ecc... e di tutte quelle attività innovative che usufruiscono del sistema Internet.

La concezione dello spazio e del tempo che e stata propria della epoca industriale ha ritenuto il tempo come un punto adimensionale che scorre su una retta dividendo istante per istante irrimediabilmente il passato dal futuro:


Passato---------------Istante-----------------Futuro

Tale concezione lineare del tempo ha fatto storicamente seguito ad una precedente concezione ciclica, più propria della “Civiltà Contadina”, nella quale il tempo e’ relativo ad una durata periodica ricorrente, per cui si diceva “c’e’ un tempo per seminare ed uno per raccogliere”. Quanto sopra, nella nostra cultura occidentale, era direttamente correlabile alla periodicità delle stagioni che segnavano i ritmi di vita degli agricoltori.

Nella attuale situazione di transizione verso la “Societa’ della Conoscenza”, la concezione dello spazio tempo sta ancora cambiando. Infatti la scienza contemporanea ha compreso che lo spazio e’ una valutazione percettiva principalmente prodotta dall’ emisfero destro del cervello, sostanzialmente basata sulla contemporaneità della esistenza di oggetti ed eventi osservati, mentre il tempo consegue ad una attività più propria dell’ elaborazione dell’ emisfero sinistro, il quale analizza la dinamica dei ritmi percettivi, permettendo di ordinare la successione degli eventi posizionandoli tra un prima ed un dopo.

Ragionando in seguito alla possibilita’ di osservare immagini del funzionamento del cervello tratte dalla “Risonanza Magnetica Funzionale”, possiamo riflettere sulle modalità della percezione cerebrale. Il Cervello infatti riceve dagli occhi informazioni statistiche dalle reazioni fitochimiche che avvengono nella retina. I fotoni reagiscono mediante una azione discreta e probabilistica sul ricettore retinico, anche se i movimenti saccadici tendono a ridurre il Caos della ricezione fotochimica , muovendo il bulbo oculare alla ricerca di semplificare il profilo delle informazione recepita. Sulla base di tali dati il cervello, mediante le differenziate proprietà di analisi dei due emisferi cerebrali, ricostruisce le immagini che noi osserviamo e significhiamo in termini di un loro posizionamento spazio temporale.

Pertanto oggi sappiamo che la nostra percezione non genera una visione speculare dell’ ambiente esterno, dato che il cervello elabora l’informazione probabilistica ricevuta dalla ricezione oculare costruendo uno scenario visivo, che di conseguenza ci permette di descrivere e significare la probabilità delle nostre interazioni possibili con l’ambiente.

Nel mondo animale cervelli e ricettori sensoriali differenti, percepiscono e significano in modi assai diversi da noi, lo stesso identico mondo, mentre l’uomo e capace di costruire nuove abilità di percezione, che vanno ben oltre quelle proprie naturali costruendo sistemi tecnologici, che ampliano le limitate potenzialità fisiche di percezione dell’uomo; (vedere nel buio, osservare lontano, udire suoni nell’apparente silenzio, ascoltare voci che provengono da un altro emisfero del nostro mondo ecc. ecc.) ...ma per ottenere ulteriori risultati e’ necessario effettuare notevoli cambiamenti delle radici concettuali, mediante una profonda riflessione sui fondamenti cognitivi in modo da poter aprire verso l'innovazione le capacita' creative dell’Uomo.

Certamente non essendo possibili modalità assolute di definizione dello spazio/tempo, datosi che le relazioni spazio-temporali non sussistono di per se stesse come entità fisiche, e’ necessario capirne le differenze di significato che esse hanno assunto nelle varie epoche, ed anche accettare le diverse concezioni e le opportunità ed il valore d’ uso delle varie interpretazioni storico-antropologiche precedenti. Nella storia e nella vita dell’uomo ci sono sempre stati modi differenti di concepire lo spazio ed il tempo e tutto ciò che da tali concezioni consegue per acquisire coscienza degli eventi della vita e della morte. Possiamo, infatti, notare come ogni particolare definizione storica dello Spazio/Tempo abbia generato ampie e pregnanti disquisizioni tra gli uomini di tutti i tempi. Cosi ad esempio osserviamo che il concetto religioso di “ETERNO”(in Ebraico: “YHWH”) al seguito delle concezione lineare del tempo e’ stato considerato come un procedere esteso e numerabile del tempo che va da meno a più infinito, mentre nella concezione più antica “Eterno”, significa che passato presente e futuro esistono contemporaneamente , generando immortalità priva di tempo e quindi generatrice di pienezza della vita eterna.

Il cervello e’ reale ed oggettivo... ma allora cosa e soggettivo? Ciò che e’ soggettivo e’ il credere in una la propria cultura non integrata che a causa delle sue separazioni concettuali e linguistiche forma oggettivamente i differenti cervelli. Pertanto solo uno sviluppo della condivisione interattiva di conoscenze e culture, puo’ rendere la inter-soggettivita un modello di evoluzione umana basato sulla crescita delle potenzialità cerebrali creative, e fondato sulla accettazione e comprensione delle diversita’ concettuali e culturali volte a un fine di sviluppo comune.


1. IL CERVELLO STRATIFICATO DELLE MEMORIE

Il nostro cervello e’ composito, cioe’ ha varie sezioni che possono essere viste come strati ognuna con le sue proprieta’ di memoria.

Memoria Ragionativa, che rammenta i ricordi cognitivi, mediante una attivita’ predominante degli Emisferi Cerebrali Superiori. (E.C.S. é lo strato del "Cervello Recente" nella storia evolutiva degli esseri viventi).

Memoria dei Sentimenti correlata alle attivita cerebrale sottostante sistema Talamo-Corticale

Memoria delle Emozioni correlata alle attivita’ del sistema Limbico; in particolare l’Ippocampo - Possiamo dire che la memoria dei sentimenti e gia’ evoluta nei mammiferi e quella delle emozioni e presente in tutti gli animali a sangue caldo, in quanto tali sezioni appartengono al "Cervello Antico".

Memoria delle Pulsioni, si attiva nell’ ambito della struttura di base del nostro cervello che corrisponde al Cervello Arcaico, composto dall’ innesto basale del cervello ( in particolare Amigdala e Gangli Basali) e dal tronco Encefalico collocato all’ interno della spina dorsale.

Le quattro modalita’ di memoria vengono variamente integrate nel nostro cervello e pertanto generano differenti modalita' di pensiero e di comportamento.

Differenti tipologie di integrazione dei suddetti profili delle memorie viste in relazione alla struttura verticale delle distinte funzioni cerebrali generano le memorie di lavoro che rispetto al tempo della memorizzazione si suddividono in memoria a breve, medio e lungo termine.

Esistono casi in cui invece di ottenere una integrazione armonica delle funzionalita’ mnemoniche del cervello, vengono previlegiate alcune funzionalita' rispetto alle altre.

Cosi ad esempio il modo di pensare di coloro che tendono a privilegiare le funzionalita’ mnemoniche degli E.C.S. spesso cio’ genera un comportamento che dal Ragionevole passa al puro Razionale. Ad es. Albert Einstein, un genio nel campo del Razionale, ha avuto vari problemi di comportamento nel campo sentimentale ed affettivo delle relazioni familiari; coscientemente Einstein ammise di essere poco dotato di un comportamento ragionevole che stimava e ammirava in altri meno dotati di lui in Matematica.

Immaginazione einsteniana
Anche quando si privilegiano le "Memorie dei Sentimenti e delle Emozioni" si possono generare comportamenti ansiosi e comunque a rischio perche’ facilmente generatori di crisi; cio’ perche’ la ragione e’ capace di mediazioni e di controllo, mentre le senzazioni sentimentali ed ancor piu’ le emotivita’ sono piu’ facilmente trasformabili passando da euforia alla sua inibizione e attivita' contrapposta. I sentimenti infatti possono cambiare in breve come i Colori dell’ Arcobaleno e le emozioni perseguono una trasformazione ancor piu drastica dal Bianco al Nero, dalla gioia al dolore, dalla felicita’ alla rabbia, dalla bonta’ alla cattiveria. Infatti e stato appurato che e’ il "LOBO FRONTALE" degli E:C:S: quello che entra in attivita’ per tenere a freno i sentimenti e le emozioni rendendoli piu' ragionevolmente costanti e meno volubili.

Piu' difficile e il controllo della Memoria delle Pulsioni, che si concentra nelle attivita’ istintiva del "Cervello Arcaico". Infatti e' necessario rammentare che le connessioni che vanno dall’alto verso il basso nel nostro cervello (e cioe' dagli E.C.S. verso il Cervelo Arcaico) sono in numero nettamente inferiore di quelle dirette in senso contrario.

Tutti noi abbiamo provato il caso di avere un mal di pancia e per riflesso condizionato di non riuscire a ragionare piu’ bene; cio’ e' conseguenza della maggior forza dominante delle pulsioni cosi come degli istinti come la paura o la aggressivita’.

Un cattivo controllo degli istinti e delle pulsioni ancestrali puo’ provocare fobie e comportamenti patologici assai gravi. Questa e pertanto la ragione che rende utile sapere come funziona il nostro cervello per renderci coscienti della necessita di armonizzare e proporzionare adeguatamente le nostre modalita' di pensiero e di comportamento.

E infine importante capire come sia opportuno integrare armonicamente le differenti capacita di memorizzazione piu’ proprie delle diverse strutture cerebrali al fine di utilizzare a pieno le nostre potenzialita' cerebrali.

Ad esempio quando vediamo un "bicchiere", la sua forma viene analizzata dal sistema visivo del nostro cervello che è situato nella parte occipitale del E.C.S. Ma la pura visione del "bicchiere" non e’ sufficiente a dare il significato al "Bicchiere", come contenitore di acqua da bere. Infatti ci sono bicchieri di svariate forme e colori che noi generalizziamo nel significato di "Bicchiere". Per far ciò dobbiamo attuare una integrazione tra l’ immagine costrutita nell E.C.S e l’ intuizione proveniente dell’ immaginario, che ci permette di generalizzare il concetto di "Bicchiere" ; ciò significa coordinare le funzioni intuitive del "Cervello Ancestrale" con quelle del Cervello E.C.S. di piu’ Recente formazione.

La integrazione tra le funzioni dell’ E.C.S e le Memorie Emozionali, facilita la operativita' delle Memorie a Lungo Termine, in quanto le senzazioni emozionali ravvivano la evocazione dei ricordi associandola a gratificazioni sensoriali o traumi. Ma una eccessiva predominanza della Memoria a Lungo Termine limita il ricorso all’ intuizione in quanto privilegia percorsi di integrazione gia’ prestabiliti nella memoria e cio’ limita la capacita’ creativa di attuare nuove significazioni della realta’ osservata.

Questi esempi e considerazioni debbono farci capire che solo l’utilizzazione cosciente di questi differenti poteri di memorizzazione del cervello, ci permette di ottenere forme di pensiero intelligente e creativo, in quanto capace di utilizzare a pieno le complesse e straordinarie potenzialita’ della nostra mente.

musica maestro!
2. CERVELLO E MUSICA

La musica ha effetto sulla memoria e puo’ rafforzare le capacita' di espressione. Il cervello é un sofisticato sistema di apprendimento; infatti esso dalle vivrazioni esterne elabora i suoni veri e propri; e cio' vale quindi sia per la parola, che pure e un suono, che per la musica prodotta da strumenti musicali. Fuori di noi non ci sono suoni o rumori, perchè essi sono una risposta celebrale a determinate vibrazioni del mondo esterno.

Le dinamiche di interazione tra vibrazioni del mondo esterno e cervello passano attraverso processi di integrazione di aree cerebrali specifiche, che correlano le emozioni ed i significati alle complesse strutture cerebrali di produzione delle sensazioni sonore.

La Tomografia ad Emissione di Positroni (PET), permette di misurare e registrare l'attività di un cervello umano in risposta ad uno stimolo. La PET è infatti in grado di farci osservare piccole variazioni di flusso di sangue nelle diverse aree cerebrali. Un aumento, di flusso sanguigno in una specifica zona del cervello corrisponde un aumento dell'attività cerebrale di quella zona.

Da queste limitate informazioni in particolare si puo’ osservare che a partire dalle aree temporali di ricezione delle vibrazioni sonore, un essenziale punto di snodo della informazione generata da differenti tipologie di vibrazioni, raggiunge le zone talamiche responsabili della attivazione di stati emotivi, é situato nella zona immediatamente sottostante al lobo frontale dell' "ACUMEN" ; un diverso smistamento di informazione avviene per procedimenti di integrazione che raggiungono l'area di WERNIKE collocata circa al centro dell'emisfero superiore sinistro del cervello; area quest'ultima deputata alla interpretazione cognitiva dei suoni.

Dato che le vibrazioni esterne passano debolmente anche attraverso il corpo, anche il cervello delle persone non udenti riesce a percepire la musica, così come il bambino, ancora nella pancia materna, inizia ad apprendere come produrre dalle vibrazioni esterne la sensazione interiore del suono e riconoscerne il timbro il tono e la frequenza.

E pertanto comprensibile che l'esercizio musicale sviluppi aree di integrazione specifiche del cervello; quella relativa a "udire per interpreatare " e cioe a distinguere i suoni come fenomeno cognitivo, l’ altra relativa al "sentire percettivo " che si colloca soprattutto nella attivazione delle funzioni emotive.

Quindi la possibilita’ che l'esercizio musicale sia utilizzato per migliorare anche le capacità cognitive generali e’ possibile ed utile, cio’ poiche’ le aree corticali uditive e sensoriali realizzano uno sviluppo di apprendimento maggiore rispetto a chi non si occupa di musica.

Una varietà di studi recenti si sono focalizzati sulla neurologia della musica, del rumore, della parola nonche’ sulle soglie dell'udito, hanno avuto un recente sviluppo e traendo conoscenza da essi e’ importante rammentare che le note e le scale musicali (ritmiche) vengono mediati primariamente dall'emisfero sinistro ( area di Wernike) e le melodie ( ad andamento armonico) vengono elaborate dall’ emisfero destro del cervello.

Certamente per attuare strategie capaci di "ascoltare" la musica, con un coinvolgimento globale del nostro sistema nervoso cognitivo e delle funzioni emotive a questo connesse e’ necessario fare attenzione ai risultati che ogni individuo puo’ ottenere da differenti metodologie di apprendimento.

Infatti la musica puo’ esasperare comportamenti di socializzazione di massa, interagendo direttamente con i complessi fenomeni bio-chimici che correlano il corpo ( mediante attivita neuro-ormonali) con zone talamiche del cervello che sono alla base delle emozioni; quest’ ultime diversamente dalle attivita’ cognitive sono meno regolabili dalla ragione e pertanto meno coscienti.

Certamente ogniuno di noi potra’ provare come aumenti la aggressivita’ e quindi la forza durante l’ascolto della "Cavalleria Rusticana", rispetto a quando si ascolta una "Ninna Nanna"; pertanto e’ possibile capire come gli effetti subliminali agiscano indipendentemente dal nostro volere cosciente e come essi nelle ripetitivita possano divenire condizionanti per effetto di una pressante continuita’ di ascolto della musica.

Viceversa la musica puo’ anche essere utilizzata con "effetto terapeutico" ; le differenze dei sue emisferi cerebrali nella elaborazione dei suoni possono generare particolari ricadute terapeutiche in soggetti con difficolta di comunicazione, qualora si esercitino opportunamente i processi di integrazione cerebrale che correlano emozioni sonore all’attenzione della significazione dei suoni favorendo in tal modo un buon ascolto della musica.


3. CERVELLO E MENTE

I livelli neurologici del cambiamento


Le fondamentali concezioni che permettono di accelerare la "costruttore di una realta’ mentale creativa in un contesto storico-evolutivo". si possono evidenziare sulla base di una concezione di estensione tra Cervello e Mente, e cioe’ correlando coscientemente lo sviluppo delle intelligenza umana alla evoluzione della intelligenza della natura di cui siamo partecipi.

Quanto sopra premette la definizione di un modello di rappresentazione dei livelli neuronali della realta’ quale prerequisito ad elevato contenuto logico-cognitivo finalizzato ad accelerare una ulteriore coscienziosa riflessione capace di agire da catalizzatore dello sviluppo creativo delle relazioni tra "cervello e mente" della specie Umana.

Partiamo in questa breve riflessione dalla considerazione ben nota che i cervelli di due persone possano essere geneticamente identici senza che risultino eguali le loro attivita’ mentali che infatti si differenziano per le diversita’ di integrazione dei vari livelli neurologici funzionali di cui il cervello e’ composto (Schematicamente: Livello Emisferi Superiori, Livello Sensoriale Talamico, Livello delle Pulsioni, sotto-Talamico) e quindi delle loro varie possibilita’ di interazione tra i lobi che sono collocati a destra e a sinistra della linea mediana che suddivide in aree funzionalmente distinte ogni livello cerebrale).

Pur avendo aree funzionali geneticamente identiche la differenziazione dell’ apprendimento cerebrale puo’ essere assai ampia e complessa, cio’ in quanto il Cervello e’ una condizione necessaria ma non sufficiente a realizzare forme di pensiero, proprio in quanto la intelligenza cerebrale e’ nettamente inferiore in complessita’ alla intelligenza della natura.

La nostra cultura e’ certamente riduttiva, e pertanto mentre nel bambino il numero di interconnessioni neuronali e’ assai elevato permettendo un apprendimento rapido, constatando che i livelli culturali essendo evidentemente limitati, si riconosce come questi ultimi determinano progressivamente una selezione delle potenzialità creative di comprensione dei giovani. Il risultato complessivo e’ che l’ adulto normalmente subisce una limitazione della flessibilità d’uso dei livelli di integrazione neuronale diminuendo fisiologicamente le proprie capacita creative di apprendimento.

E' importante sottolineare su base scientifica come le potenzialita’ cognitive operanti nel cervello infantile siano superiori a quelle dell’ adulto e che pertanto una assunzione passiva di un apprendimento basato sul trasferimento nozionistico e ripetitivo delle conoscenze storicamente acquisite costituisce un condizionamento delle facolta’ di sviluppo cognitivo dei fanciulli.

Pertanto il docente ha la necessita’ di sviluppare una ricerca educativa per realizzare un produttivo avanzamento del sistema educativo, capace di riconoscere le potenzialita’ e la pluralita’ delle risorse intellettive dei giovani in modo da valorizzarne una acquisizione cosciente della naturale creativita’ cerebrale presente in ogni discente.

La coscienza pertanto il fattore determinante della formazione quale sistema cerebrale dove le informazioni ricevute dal mondo esterno divengono elaborate come rappresentazione di se stessi nel mondo percepito.

E’ la possibilita’ estensione cosciente di tale rappresentazione delle proprie relazioni cognitive con il mondo che determina lo sviluppo cerebrale, mediante un sistema innovativo di apprendimento che nel processo evolutivo delle conoscenze abbia tendenza progressiva finalizzata a far coincidere Cervello e Mente.

Estrapolando possiamo infatti dire che Cervello e Mente potranno divenire equivalenti solo quando le capacita concettuali cerebrali saranno in grado di capire il significato della esistenza e del divenire dell’ Uomo nel Universo.

Pertanto in tale visione evolutiva delle relazioni di reciproca estensibilita’ tra "cervello e mente" diviene possibile arguire la dimensione e le iniziative utili ad utilizzare le risorse cerebrali per realizzare dei cambiamenti nello sviluppo della creatività storico-sociale dell’ Uomo e della Donna.

Certamente uno strumento di ampliamento relazionale e oggi rappresentato dai sistemi interattivi basati sul uso formativo delle Tecnologie di Informazione e Comunicazione (TIC) che diviene grandemente utile qualora venga finalizzato al superamento delle logiche meccaniciste del riduzionismo scientifico di indole disciplinare per una loro sostituzione con le piu’ moderne logiche interpretative di integrazione delle scienze, di indole bio-logica ed ecologica.

In tal caso appendimento via "WEB-LOGIC" oggi consente oggi di sviluppare delle metodologie inter-attive e pro-attive di ragionamento condiviso che permettono al cervello di sintonizzarsi su livelli neurologici piu’ elevati rispondenti ad una prassi di estensione e di flessibilita’ cerebrale, certamente utile per recuperate il riduzionismo culturale e scientifico responsabile della diminuizione fisiologica delle inter-connettivita’ neuronale nel passaggio dalle potenzialità di apprendimento in eta’ giovanile a quelle dell’adulto.

Pertanto dato che e’ necessario acquisire una sperimentazione per convincersi delle potenzialità delle tecniche di ampia condivisione cognitiva in rete e utile provare a dare sviluppo, nell’ ambito delle Ricerca Educativa orientata a dar luogo ad un nuovo paradigma dell’ apprendimento, alle metodologie di tipo WE B-LOG IC (Contratto Generalmente in BLOG).

Provare per credere facendo pero attenzione a non limitare chiudere le relazioni di TIC sviluppate con le tecniche "BLOG" ma ad organizzarle sulla base di una ampia estensione internazionale ed a carattere multi-disciplinare ben finalizzato da una progettazione BASATA SU COGNIZIONI INNOVATIVE per facilitare una estensione multi.tematica e multi –linguistica della condivisione di conoscenze.

il piacere di giocare
4. IL CERVELLO DEL BAMBINO

"Potenzialità cerebrali del bambino"

Il bambino dimostra con evidenza delle potenzialità cerebrali di apprendimento superiori a quelle dell' adulto. Pertanto le potenzialita cerebrali nella formazione dei bambini vanno preservate; perciò é necessario fare attenzione a equilibrare lo sviluppo armonico delle dinamiche di apprendimento che nelle relazioni tra i due emisferi cerebrali superiori (sinistro e desto) conducono ad una prevalente dominanza dell' emisfero sinistro del cervello.

L' uomo é l' essere parlante per eccellenza e nella sua evoluzione ha sviluppato una dominanza dell' emisfero sinistro; di fatto ciò significa che ha accuito le proprieta di comprensione di tipo logico-associativo che hanno come centro di integrazione l'area di Wernike (Situata nell' area temporale mediana dell' Emisfero Sinistro) e dell' area di espressine del linguaggio di Broca, (che pure é situata nell' area temporale prefrontale sempre dell' Emisfero Sinistro) così che esse risultano essere dominanti.

E' necessario considerare il fatto che con il nozionismo didattico si tende ad accentuare troppo rapidamente ed impropriamente nel bambino la assimmetria funzionale delle due funzioni complementari degli emisferi cerebrali. E' noto che tale assimmetria pur essendo una caratteristica dominante del cervello umano può esercitare una limitazione delle capacità cerebrali più intuitive di comprensione e significazione. Pertanto la didattica deve essere sviluppata in modo armonico così che le due differenziate funzioni cerebrali possano agire in maniera condivisa facilitando le innate potenzialita creative dell' uomo e della donna.

Viceversa proprio per non porre in saturazione tale dominanza interemisferica e quindi per esercitare congiuntamente con modalità naturalmente creative entrambe le funzionalità dei due emisferi delle funzioni cerebrali superiori, diviene oggi necessario non rendere muto l' emisfero destro, ed quindi agire con ragionevolezza nella formazione del bambino al fine di integrare le potenzialita più intuitive ed immediate con quelle logoico-ragionative.

Per non inibire le funzionalita complementari dell' emisfero destro del cervello é premurosamente necessario evitare che la didattica sia importata in maniera prevelentemente ripetitiva delle nozioni acquisite, cosi da permettere l'esercizio di una libera la interpretazione nei riguardi delle logiche chiuse e limitate che sono proprie del riduzionismo cognitivo ( scientifico tecnologico economico con riferimenti di base di tipo meccanico propri della società industriale ) che oggi in una epoca di trasformazione nella Società della Conoscenza risultano con sempre maggiore evidenza obsolescenti ed in gran parte già obsolete

TAC scan
5. CERVELLO E SATURAZIONE DELLE MEMORIE

La volontà di apprendere oggigiorno viene fortemente inibita dalla troppa informazione non motivante l' EGO, pertanto l'unico modo per riattivare la volontà di sapere risiede nell' essere estremamente concisi ed innovativi nelle forme espressive per generare la curiosità di intendere e significare ulteriormente personalizzando ciò che viene appreso.

Il nostro cervello per la formazione storica dell' EGO individuale e collettivo, necessita di evolversi come un sistema di anticipazioni che utilizza il memorizzato per favorire un pronostico sull' avvenire come é necessario per gestire il presente sulla base di ipotesi sul corso di sviluppo degli eventi.

Ricordo che da studi di Risonanza Magnetica Funzionale (RMF) sull' attivita cerebrale, la capacità decisionale che fa parte del sistema volitivo, tende ad attivare alcune zone cerebrali quali l'ACUMEN (zona primariamente responsabile dell'attenzione), e porle in connessione con il Sistema Limbico (che colora la nostra vita di emozioni); tali sezioni cerebrali successivemente integrano le loro informazioni neuronali elaborate dall' intero sistema cerebrale, focalizzandole nella parte posteriore del cosidetto "Giro del Cingolo", dove sembra si concentri la capacità di valutazione del beneficio che si ottiene dall' apprendimento, in relazione alla elaborazione delle attese; quest' ultime sono il gran misura il frutto delle capacita di rielaborazione prospettica delle memorie.

Pertanto la crescita fuor di misura di informazioni frammentarie, che spesso vengono giudicate obsolete in relazione al quadro delle prospettive storiche di sviluppo sociale ed individuale, che determinano la Formazione cosciente dell'EGO, conducono il sistema mnemonico verso la saturazione, e di conseguenza la memoria diviene incapace di generare una fertile rielaborazione del sistema di riferimento cognitivo in senso prospettico ed anticipativo.

In tal senso é il valore di anticipazione delle memorie che decade, proprio in quanto la memoria non é facilmente rieleborabile per gestire il presente in una prospettiva di futuro sviluppo e cio incide fortemente nel demotivare ogni ulteriore apprendimento.

Ritengo che questa breve e schematica riflessione sulla inibizione dei processi neurofisiologici che pongono in relazione la utilizzazione prospettica dell' apprendimento con la obsolescenza e la crescita esponenziale della informazione ripetitiva, possa essere un tema di una piu ampia e profonda riflessione da parte dei docenti nella scuola, in modo da poter verificare la validità di quanto é stato sinteticamente espresso in questa scheda di riflessione su CERVELLO /APPRENDIMENTO.


6. IL CERVELLO CRESCE TUTTA LA VITA

La crescita del cervello puo’ durare per tutta la vita. Recenti scoperte sulle "cellule staminali" nel cervello hanno eliminato il vecchio dogma della Neurologia per cui si riteneva che le cellule neuronali del cervello fossero incapaci di riprodursi. Oggi sappiamo invece che in un ambiente ampiamente stimolato anche nell’ adulto la rigenerazione neuronale e’ sempre possibile a partire da "cellule staminali" cosi dette "Toto-potenti", che in qualità di precursori indifferenziati possono differenziarsi in diverse forme cellulari. Inoltre e’ ben noto che esistono nel cervello processi di stabilizzazione che rallentano e diminuiscono il numero di neuroni nel cervello e rallentano la crescita di nuove cellule neuronali.

Il Cervello del nascituro inizia a svilupparsi con rapidita’ impressionante ed i neuroni si moltiplicano con grande rapidità. Dal sesto mese, la produzione così celere dei neuroni rallenta notevolmente mentre accelera la nascita di collegamenti interneuronali (Assoni e Dendriti sinaptiche). Anche esse si moltiplicano rapidamente fino ai 4 anni circa. Di seguito con l’ esperienza e l’apprendimento si stabilizzano percorsi di integrazione delle varie aree cerebrali pertanto mano a mano con la formazione dell’ individuo si attua un fenomeno di riduzione delle potenzialita’ plastiche del cervello che e’ indice di una stabilizzazione della specializzazione delle funzioni di integrazione cerebrali.

Di conseguenza man mano che procede tale stabilizzazione delle funzioni cerebrali il numero di Neuroni e delle Interconnessioni neuronali tende a diminuire e il cervello risponde in tal misura ad un vitale processo di adattamento cognitivo. Alla stabilizzazione del sistema di apprendimento va a corrispondere di pari passo il processo di "Mielinizzazione" delle interconnessioni Neuronali. La Mielina e’ un polimero proteico-lipidico che forma una "guaina" intorno ai neuroni in funzione protettiva estremamente necessaria in particolare per inibire la dispersione di campi bio-elettrici negli assoni, cioe’ nelle fibre nervose che propagano le informazioni nel cervello e nel corpo dell’ individuo. Dato che la mielina e’ di colore biancastro, con la crescita dell’ individuo e la formazione cerebrale si osserva un progressivo fenomeno di diminuzione relativa della materia grigia in favore di aumento della materia cerebrale bianca dovuto alla mielinizzazione delle fibre di interazione cerebrale, azione che si completa all’ incirca attorno ai 20 anni (pur potendo proseguire anch’esso per tutta la vita a ritmo rallentato).

Proprio come conseguenza di un tale fenomeno di riduzione neuronale, caratteristico dello sviluppo cerebrale dal bambino all’ adulto, si era ritenuto che i neuroni non avessero piu’ alcuna possibilita’ di rinascere nell’ adulto mentre ....

Quello che sappiamo oggigiorno fa riflettere sulla possibilita’ di esplorare nuove e forme di apprendimento capaci di migliorare la plasticita’ cerebrale cercando di limitare una formazione rigida sostanzialmente tesa a stabilizzare in modo ripetitivo i processi di memorizzazione a lungo termine. Certamente strategie alternative di una formazione meno condizionante i processi di stabilizzazione cerebrale, orientate pertanto verso il mantenimento della plasticita’ cerebrale, sono oggi rese possibili dai sistemi di "Net-Learning" basati sulla condivisione di conoscenze in rete internet.

Cio’ infatti corrisponde ad un sistema di apprendimento che certamente rappresenta un arricchimento ed ampliamento dell’ ambiente comunicativo rispetto a quello limitato dello spazio di una classe a scuola. Le linea di guida delle sperimentazioni di NET-Learning introdotte recentemente sono certamente innovative, proprio in quanto tendono a predisporre una attenta e cosciente considerazione sulla formazione delle funzionalita’ cerebrali. Infatti sostanzialmente sono basate sulla considerazione che vede nelle potenzialità cerebrali creative la possibilta’ di una formazione anticipativa di nuove conoscenze finalizzata a crearsi un futuro entro sistemi di condivisione ed auto-determinazione dello sviluppo cognitivo.

E’ ragionevole ritenere che per rinnovare se stesso, il cervello di un individuo debba apprendere molto sulla propria formazione cerebrale e quindi non solo svolgere il compito di apprendere nell’imparare nozioni relative al mondo cognitivo e l’ambiente che lo circonda.

La completa correlazione tra soggetto ed oggetto dell’ apprendimento genenera pertanto una opportunita’ del tutto nuova capace di generare una visione integrata di cio’ che cambia e di come si possa significare creativamente le alternative del cambiamento. E quindi e’ in questa prospettiva che riteniamo importante la sperimentazione di NET-Learning che consegue a una presa di coscienza sulle potenzialità cerebrali di sviluppo, poste al di la’ di antiquate modalità di apprendimento e di obsoleti dogmi cognitivi.

NOTA: La "Mielina" è formata da uno strato interno di colesterolo ed uno strato interno di fosfolipidi e proteine serve come schermatura dei flussi bio-eletrica di informazione che scorrono nelle fibre nervose Gravi alterazioni dei processi di de-mielinizzazione si riscontrano nella sclerosi multipla e nel morbo di alzehimer.



7. STRESS E PLASTICITA' CEREBRALE

L'Apprendimento "CIBO per la MENTE"


La struttura cerebrale non é del tutto stabile, ma ha una forte capacita' di essere modificata durante tutta la vita.

L'apprendimento cambia i processi di integrazione che avvengono tra le varie aree cerebrali, e pertanto si creano nuovi circuiti di integrazione tra sensi, sensazioni e cognizioni. Inevitabilmente cambiamenti profondi generano stress (parola che viene da "sforzo mentale") che viene placato da una nuova possibilità di significazione, la quale modula la risposta fisiologica al cambiamento provocata dallo stress determinando una crescita di conoscenze apprese e promuove nuove capacita intellettive che nell' uomo sono molteplici.

Pertanto notiamo come l'apprendimento sia tanto naturale nei bambini che ricercano la sua azione metabolica attiva nel sistema neuronale, allo stesso modo con cui si ricerca il cibo per saziare lo stress provocato dalla fame.

La struttura del cervello diviene più flessibile con l'apprendimento qualora quest'ultimo persegua un processo fisiologico equilibrato e progressivo nei rispetto delle possibilita personali di adattamento biologico del cervello allo stress.

Va notato che in particolare in un contesto di forte mutabilità storico-sociale, la rottura di questi equilibri può avvenire proprio quando si oppone una resistenza cognitiva al cambiamento, così che la tensione mentale causata dallo stress aumenta ogni qual volta che, come suggeriva GALILEO GALILEI, si voglia inopportunamente interpretare con rigide ed obsolete e conservative concezioni, il necessario mutamento interpretativo dei fatti e degli eventi nei quali siamo immersi nel procedere della nostra vita.

Un livello sempre piu elevato di stress si trasforma gradualmente, ma inesorabilmente in "angoscia", che si affaccia allora sinuosamente nel nostro sistema inconscio e tende a scolpire il cervello in modo rigido e permanente, incapace di sopportare ulteriori approcci di apprendimento flessibile, che se acquisiti generano tranquillità e danno sviluppo ad un naturale atteggiamento creativo.


8. PERCEZIONE DEI COLORI

La percezione dei colori è un fenomeno complesso che riguarda occhio e cervello.

L’occhio e un recettore sensoriale che si limita ad inviare I segnali di variazione della energia luminosa che il cervello trasforma in sensazioni colorate.

Per moltissimi anni, a partire dalle considerazioni di ISAAC NEWTON sull’arcobaleno dei colori prodotto da un prisma di vetro trasparente, si e’ ritenuto che l’ occhio percepisse i colori e con essa la visione sostanzialmente riferendosi ad un modello di macchina fotografica "Sintesi additiva dei colori" : proiettando con Lampade colorate dei colori fondamentali su uno schermo i vari colori essi si sommano per interferenza generando i colori secondari e come somma finale ricomponendosi nella luce bianca.

arcobaleno acquatico
Basandosi su tale modello concettuale si interpretava ad es. che il colore rosso di una mela fosse semplicemente una funzione di assorbimento delle varie frequenze delle luce corrispondenti ai differenti colori dell’arcobaleno di cui e composta la luce bianca; pertanto la mela risulta rossa per la sottrazione per assorbimento tutte le altre componenti della luce bianca eslcuso il rosso.

Perseguendo tale modello cognitivo ormai antiquato, si riteneva, che i colori venissero visti dal cervello, mediante un centro specializzato per la percezione dei colori; infatti si pensava che i colori fossero "trascritti" come da una macchina fotocopiatrice a colori direttamente dal mondo esterno in questo centro. Tale interpretazione "meccanica" ha limitato molto la successiva interpretazione e del colore come processo di costruzione comparativa proprio della realizzazione di una sensazione cerebrale. Oggi siamo certi che come non ci sono rumori nel mondo esterno ma solo vibrazioni che il cervello interpreta come suoni e rumori, cosi si puo’ dire che nel mondo esterno i colori non esistono; "il colore è di fatto un'invenzione sensoriale del cervello".

Un cervello ed un occhio diverso dal nostro ad esempio quello di un "Gatto" non vede i colori approssimativamente come noi non li distinguiamo durante la "Visione Notturna" a bassa intensita’ luminosa.

Fino a pochi decenni fa’ la scienza ignorava in gran misura i sistemi cerebrali della percezione egli sviluppi delle relazioni cerebrali tra percezione, sensazione, che determinano l’apprendimento quale espressione della funzionalità cerebrale. Pertanto, pur essendo agli inizi di un nuove modalità di capire come la rete di connessioni neuronali si formi con modalità altamente personalizzate nel cervello di ciascuno di noi sappiamo oggi che ogni uomo o donna realizza una propria personalissima percezione delle sfumature di colore.

Piu’ in generale dobbiamo oggi considerare che la percezione visiva stessa non solo di colori ma anche delle forme si realizza dentro la nostra testa; pertanto dobbiamo iniziare a capire che nel nostro cervello gia ci sono tutte le possibili combinazioni di forma e colore e che quindi, proprio durante l’apprendimento, noi impariamo a decifrare, assemblare e codificare forme e sensazioni sia secondo le esigenze storiche di comprensione in base alla costruzione di una nostra stessa personalita’ creativa.


9. IL PENSIERO CREATIVO

La struttura del cervello e’ suddivisa in due sezioni "Destra e Sinistra", che sono particolarmente differenziate negli Emisferi Cerebrali Superiori. Tale suddivisione rispecchia il fatto che anche il nostro corpo e ha una articolazione binaria, abbiamo infatti due occhi due orecchie due buchi del naso una lingua che differenzia il dolce dal salato … due mani due gambe e cosi via dicendo.

Cio’ suggerisce che le funzionalita’del cervello, come espressione di una attivita’ pensante, sia anch’essa duplice, e cio’ vuol dire che possiamo significare cio’ che osserviamo mediante due modalita’ complementari: l’una logico-razionale (cioe’: sequenziale, analitica; deduttiva) ed l’altra intuitiva-olistica (cioe’: sintetica, globalizzante, induttiva) le quali corrispondono fondamentalmente alle funzionalita’ differenziate dei due emisferi cerebrali.

Certamente e importante capire come queste due modalita’di pensare possano essere correttamente coordinate per acquisire differenti livelli e stili di pensiero, senza generare contraddizioni che interiormente conducono a pericolose scissioni della presa di coscienza nella costruzione di una propria personalita’ creativa.

Dagli studi di RMF (Risonanza Magnetica Funzionale) si interpreta la differente funzionalità dei due emisferi cerebrali come duplice capacita’ di mettere in correlazione la "Memoria a Lungo Termine" (MLT) con i processi di "Memorizzazione a Breve Termine" (MBL) da cui consegue la maggiore o minore capacita e rapidita’ di azione/reazione del pensiero.

Il pensiero e’ infatti determinato dal flusso di attivita’ mnestiche che utilizzano differenti schemi di relazioni tra MLT e MBT,i quali si vanno ad interporre il vecchio ed il nuovo flusso di informazione circolante tra il mondo esterno e la nostra abilita cerebrale fisiologica d interpretazione e significazione della informazione complessiva.

* Emisfero sinistro: modalità logico formali per semplificare la complessita’ dell’ informazione.


La funzionalità logico-razionale dell’ emisfero Emisfero Sinistro si sviluppa attivando la capacità associativa della Area di Wernike che tende a facilitare una integrazione con la MLT. L’operazione logico significativa si basa sostanzialmente sulla combinazione di quattro operatori logico-formali che corrispondono nel linguaggio parlato a: SI, NO, E, O. che servono per analizzare e combinare in termini di unita’ piu semplici la dinamica complessa del flusso della informazione. Il "SI" fa procedere il flusso del pensiero e la "E", permette di connettere una sezione o immagine acquisita con una successiva, mentre il "NO" interrompe il flusso del pensiero e lo devia verso una alternativa selezionalta da "O". Nella logica matematica tali operazioni vengono ulteriormente semplificate nelle quattro operazioni fondamentali Addizione, Sottrazione, Moltiplicazione e Divisione.

Questa Modalità del Pensiero Logico attribuibile alla predominanza delle attivita’ dell’Emisfero Sinistro del Cervello, indirizza l’ attenzione ed in confronto attuabile in termini di riconoscimento e di identita’, con la passata esperienza acquisita della MLT. Certamente il pensiero logico mediante i suoi operatori analitici, ha la capacita di scoprire il miglior modo di combinare sezioni del flusso di informazione separandolo selezionandolo e combinandone le sezioni prescelte ed infine generandone una estensione capace di determinare un pronostico sul da farsi; in questo modo diviene possibile risolvere i problemi complessi mediante una elaborazione significativa del flusso di informazione (PROBLEM-SOLVING).

Certamente tale metodologia contiene il rischio di consolidare le proprie modalita di pensiero attivando sistematicamente le aree cerebrali che permettono di combinare nel miglior modo il risultato di una riflessione logica; ma di fatto cio’ non permette il cervello nella sua interezza funzionale consente di riorganizzare intuitivamente l’informazione complessiva mediante percorsi paralleli piu’ propri delle modalita’ di pensiero dell’Emisfero Destro. Il "SE" rappresenta una modalità di perpetua saggezza che corrisponde a un atteggiamento di "Dubbio" tendente a favorire l’intuito ed anche la fantasia, cioe’ le attivita’ cerebrali che indubbiamente divengono necessarie proprio per la valutazione complessiva degli schemi logici applicati troppo rigidamente, i quali tendono ad impedire la capacita di delineare nuove significazioni sulla base di rinnovate aspettative, non facilmente prevedibili mediante la ripetitiva applicazione delle sequenze combinatorie degli operatori logico formali.

* Emisfero Destro e "Pensiero Laterale" per modificare gli schemi logico-interpretativi.

La natura del pensiero e anticipativa e quindi guarda verso il futuro e per cio’ utilizza la ricostruzione esperienze del passato. Comprendiamo infatti come non sia possibile direzionare il flusso di pensiero nella direzione giusta osservando con sempre maggior attenzione logico-analitica nella direzione sbagliata.Da cio consegue che utilizzazione del "SE" agisce come il pollice tra le dita di una mano che essendo capace di sovrapporsi alle altre dita permette di renderci coscienti dei limiti del pensiero logico-formale e quindi facilita la capacita di sviluppare le attivita parallele del "PENSIERO LATERALE " ("Lateral Thinking"), che sono piu’ proprie dell’elle modalita’ di significazione complementare attuate dall’ Emisfero Destro del cervello al fine di EVITARE GLI ERRORI ancor PRIMA di RISOLVERLI (PROBLEM-SAVING).

Il medico psicologo, Edward DeBono identifica quattro fattori importanti che suggeriscono una atteggiamento volto a utilizzare in modo sinergico e complementare il pensiero laterale : 1) al fine di riconoscere e modificare i criteri e le idee dominanti 2) le quali polarizzano la percezione di un problema, 3) ed impediscono di cercare modalita’ differenti di guardare le cose 4) e quindi di flessibilizzare il controllo rigido del pensiero logico-lineare per incoraggiare lo sviluppo della creativita’.

Ricordiamo infine che divenire creativi non significa solo inventare qualcosa di nuovo o essere originali per forza, ma essenzialmente significa invece trovare soddisfazione nell’ utilizzare al meglio entrambe le potenzialità di sviluppo del proprio cervello.

Albert vive!

10. ANTICIPAZIONE PERCETTIVA

Il nostro cervello anticipa continuamente il corso futuro degli eventi; tale naturale possibilita’ serve e garantire una continuita’ temporale tra passato presente e futuro.

Certamente il Cervello non e’ un apparato "veggente" cioe’ proiettato solo verso il futuro, ma comunque possiede in parte anche queste possibilita’. Vediamone scientificamente il perchè!

Il bambino appena nato non "vede nulla" dato che non ha alcuna possibilita’ di riconoscimento.

Infatti deve ancora costruire la propria memoria percettiva ricevendo la informazione sull’ ambiente mediante i sensi che forniscono con continuita’ le differenze spaziali e le differenze temporali tra stati successivi degli eventi, permettendo la memorizzandone una traccia mnemonica necessaria per attuare il riconoscimento significativo della percezione visiva.

Il riconoscimento mnemonico permette infatti di attuare una distinzione tra i singoli eventi percepiti ed il flusso continuo di ciò che è percepito attraverso i sensi, permettendo di focalizzare e stabilizzare la percezione delle informazione ricevuta dai sensi.

La memoria serve pertanto a dare un senso riconoscibile ad una informazione che di per se stessa non ne ha alcuna, essendo composta solo da una collezione di passate differenze informative recepite per via sensoriale.

Tale ragionamento serve a capire che il cervello utilizzando di differenti modalità di integrazione delle aree che memorizzano a breve e lungo termine, compie una duplice funzione attribuibile alla parallela attivita’ dei due emisferi cerebrali..

Infatti mentre da un lato il cervello tende a compiere una categorizazione seriale degli stimoli sensoriali suddividendoli, nella memoria a lungo termine, in categorie riconoscibili come sensazioni, dall’ altro tende a dare significato anticipativo alla informazione elaborando, (con modalita’ sinergiche piu’ proprie della memoria a breve termine), un pronostico necessario per interpretare la dinamica degli eventi evitando in tal modo una scissione della coscienza tra passato presente e futuro.

Possiamo avvalorare tale interpretazione della percezione ricordando ad esempio il fatto che quando ( noi occidentali) andiamo in Cina gli asiatici ci appaiono tutti simili, cosi come per loro sembriamo a prima vista sostanzialmente tutti uguali quando vengono da noi.

Cio accade perche’ il cervello nella sua categorizazione mnemonica tende a costruire un modello dei tratti caratteristici del volto mediando le informazioni tra tutte le facce note in modo da poter riconoscere piu’ facilmente le minime differenze tra un volto ed un’ altro.

L’europeo quindi costruisce i volti sulla base di un modello, ma se il modello del volto dei cinesi e fortemente diverso il cervello deve rielaborare una nuova categoria partendo dal mediare i connotati disponibili delle facce visibili nel nuovo ambiente cosi da poterne nuovamente apprezzare le minime differenze rispetto al nuovo modello cognitivo e distinguere nuovamente ciascun volto.

L’uomo evidentemente e piu’ sensibile ai volti umani a partire da quello della mamma, ma un tale andamento di riconoscimento percettivo avviene anche per tutte le altre cose osservabili.

Certamente senza una contemporanea funzionalità di ricostruzione anticipativa della dinamica degli eventi ci ritroveremo a vivere in un gap temporale che viene compensato proprio dalla innata capacita intuitiva ed immaginativa che si ritiene gia’ sviluppata nella vita intra-uterina e che inoltre durante la vita ci disponiamo ad allenare frequentemente sognando.

La storia della scienza e una dimostrazione di come il cervello sappia elaborare l’ immaginario percettivo generando logiche interpretative con cui vengono affrontate le problematiche osservate per dimensionare un pronostico anticipativo degli eventi e pertanto per esplorare il futuro.

Oggi le "neuroscienze cognitive" hanno iniziato a comprendere le basi neurologiche per mezzo delle quali il cervello acquisisce una percezione significativa del mondo generando una percezione visiva che altro non è che lo scenario delle nostre interazioni possibili con l’ ambiente in cui viviamo.

In conclusione oggi ci troviamo a dover rivedere le concezioni che in passato hanno fatto ritenere che il vedere con gli occhi, avvenisse creando una immagine impressa direttamente sulla retina,cosi come fa una macchina fotografica, per poi essere poi trasmessa memorizzata dal cervello similmente a cio’ che avviene nello sviluppo di una pellicola fotografica.In vero tale interpretazione e’ evidentemente ormai obsoleta anche perche’ non prende nella benche’ minima considerazione il fatto che comunque infine siamo noi a vedere la fotografia.

Pertanto dobbiamo considerare che tale interpretazione delle nostre modalità di vedere e’ stata basata su un modello meccanico della percezione che e’ stato concepito con troppa semplicita’ proprio in quanto in realtà nell'occhio non si rileva alcuna immagine gia’ descritta ne’ come forme e neppure come colori.

La retina è invece un ricettore di un flusso di informazione che viene canalizzato da sistemi a duplice di polarizzazione per attuare una doppia analisi significativa nei due emisferi cerebrali del cervello che nella loro sintesi costruiscono interattivamente il mondo che vediamo come previsione delle nostre possibili interazioni con l’ ambiente.

configurazione cerebrale
11. L'ESTENSIONE DELLA MENTE

La mente umana viene estesa come conseguenza della duplice capacita’ del cervello di convertire l’ informazione dall’ analogico al digitale la quale genera la semplificazione sensoriale e permette di sviluppare un successivo ragionamento interpretativo che si svolge sulla base di un frequente confronto di differenti modalità logiche ed analogiche del pensiero.

E’ utile comprendere come affinando i contenuti dell’ apprendimento sul funzionamento del sistema cerebrale, la interpretazione dei fatti e degli eventi possa mutare dal complesso al semplice, proprio in relazione alla piu’ elevata forma mentis concettuale di colui che le percepisce e ne definisce la significazione.

Pertanto oggigiorno crescendo la complessita’ del sistema di comunicazione diviene necessario ampliare la consapevolezza per capire il funzionamento del cervello, in modo da appropriarsi delle sue complementari metodologia di pensiero.

Il cervello utilizza nella rappresentazione dei processi mentali sostanzialmente di due modalità di pensare: l’una "Analogica" (basata su un segnale continuo) e l’altra detta "Digitale" (basata su la discontinuita’ del messaggio-- vedi NOTA *); cio’ in quanto il cervello impiega un segnale bio-elettrico nel far scorrere un flusso continuo di informazione tra i neuroni, mentre utilizza il getto discontinuo della neuro tramissione alle sinapsi, per la realizzazione delle sensazioni e delle immagini mentali.

Di conseguenza la capacita di conversione, tramite processi di codificazione e decodificazione dei segnali da analogici in digitali (e viceversa), permette al cervello di tradurre la complessita’ dello stimolo fisico nella piu’ semplice risposta sensoriale.

Cosi ad esempio il suono e’la risposta sensoriale prodotta dal cervello quale funzione delle variazioni di pressione dell’ aria recepite con continuita’ dalla membrana dell’orecchio (Timpano) La complessita’ delle continue variazioni di pressione delle onde sonore viene "trasdotta" in un segnale discontinuo, che viene prodotto dagli ossicini interni al condotto auricolare (martello, incudine e staffa) il quale successivamente viene riconvertito nella cloclea,in segnali continui di tipo "bio-elettrico", che sono condotti dal nervo uditivo nella corteccia cerebrale ed in particolare nell’area del cervello principalmente deputata a integrare la sensazione del suono dove il segnale viene riconvertito nelle sinapsi, in segnale "bio-chimico" discontinuo.

Pertanto la rappresentazione del suono, mediante una successione complementare di convertitori analogico-digitali, si sviluppa in un itinerario che di conseguenza si estende alle logiche di sviluppo del pensiero.

Infatti il nostro modo di pensare utilizza,mediante nessi di complementarieta’ delle due modalità di interpretazione che sono una diretta conseguenza delle possibilita cerebrali di conversione analogico-digitale.

Semplificando possiamo infatti attribuire ai due emisferi cerebrali le differenziazioni di reciprocita’ funzionale del pensiero,

a) quella Deduttivo - seriale, e b) quella Intuitivo-analogica, che dalla loro comparazione determinano la creazione delle mappe concettuali mediante le quali ragioniamo.

Le due modalità di capire si sviluppano infatti per mezzo di una duplice modalita’ di "problem setting" e cioe’ sia come pensiero logico sistematico di causa ed effetto (dall'idea generale ai casi particolari che ricerca la massima coerenza), ovvero intuitivo-induttivo (dai casi particolari all'idea generale),mediante un processo analogico di "similutudine" o di "sostituzione-traslazione" di immagini e sensazioni, nel quale e’ piu’ possibile l’accettazione di ambiguita’ e flessibilita’ interpretative. Il pensiero analogico mettendo in relazione eventi diversi, cercando tra loro analogie o diversità. é "laterale", perché si allontana dalla gerarchizzazione della logica lineare e con il gioco delle metafore, delle visualizzazioni, delle similitudini,. diviene utile per aprire nuove capacità di relazionarsi per condividere conoscenze.

Anche il computer correlato ad una linea telefonica si comporta in sostanza come un convertitore analogico-digitale ad elevate prestazioni in termini di frequenza di campionamento e di risoluzione, con bassissimo consumo di potenza per bit, e questa similitudine di comportamento

Pertanto le dinamiche di estensione della mente vengono favorite dalla comunicazione di Informazione tecnologica (IT&C) permettendo di passare da uno sviluppo di una "intelligenza collettiva" e di gruppo (localizzata nella classe e nella scuola) ad una "intelligenza connettiva" frutto delle nuove modalità di apprendimento mutuo in rete telematica interattiva.

Come l’ orologio puo’ segnare lo stesso tempo sia che sia Analogico che Digitale, cosi anche la estensione della mente permessa dalle tecnologie computerizzate di apprendimento potra’ ottenere una maggior o minore capacita di estensione delle propria mentalita’ creativa non tanto in seguito al mezzo od alle modalità di pensiero preferenzialmente utilizzate, ma piu’ propriamente in relazione ai contenuti che definiscono la forma mentis concettuale e la personalita’ cognitiva di colui che le percepisce e sviluppa la significazione degli eventi.

BIBO e un termine buffo che sta per ( "Babbage In Babbage Out" ; ovvero tradotto "spazzatura dentro casa corrisponde a spazzatura fuori di casa"), quindi è certo che non è il metodo di "traduzione" quello che permette la crescita delle diverse forme di intelligenza, ma la saggezza con cui si apprendono i contenuti qualitativamente piu’ elevati per generare una costruzione del pensiero creativa capace di utilizzare al meglio delle modalita’ cerebrali per estendere la propria mente.

NOTA: Digitale: Dall'inglese "digit", cifra, attributo che riguarda un'informazione esprimibile mediante un numero intero, o in forma discreta o che riguarda una apparecchiatura o una procedura che opera su tali informazioni. Il calcolatore è il tipico esempio di uno strumento digitale, in quanto è capace di elaborare informazioni espresse come sequenze di 1 e 0 (bit). Dal momento che in natura si osservano per lo più grandezze che variano con continuità (analogiche), per la loro elaborazione si rende necessaria una trasformazione (conversione A/D - analogico/digitale).


gli incubi di Fuseli
12. IMMAGINARIO E SOGNO

Viviamo in una epoca in cui il "TANGIBILE tende a diminuire di valore, mentre l’INTANGIBILE" cresce come valore aggiunto sociale ed economico.

Con l’ avvento di "Internet" la "dimensione dell’Intangibile" ha acquisito in valore in seguito alla immediatezza ed al basso costo della comunicazione interattiva. Certamente questa nuova dimensione facilita la esigenza di un profondo cambiamento cognitivo, proprio in quanto in un mondo virtuale tutto cio’ che accade e’ continuamente interconnesso dalla rete Internet.

La trasformazione dei modelli di realtà nel loro divenire "virtuali" consiste nel fatto che vengono evocati come nel sogno dal alcune parole chiave, per mezzo di un motore di ricerca, ed evidenziati dal computer in uno spazio immaginario, in cui persone ed oggetti non possono essere toccati, ma comunque interagiscono con la nostra mente come elementi ovunque presenti a portata di un click.

Proprio in quanto riferito ad una dimensione "intangibile" il termine "Virtuale" ha acquisito inizialmente il significato di "fittizio", in quanto si contrappone alla antiquata concezione di "reale in quanto tangibile". In vero la concezione di "Vituale e’ mutuata da Virtu’’" perche’ effettivamente permette di acquisire coscienza di quanto non e’ visibile " ad occhio nudo"; cio’ e importante perche’ il credere di percepire oggettivamente la realta’ e’ falso proprio in quanto di fatto siamo capaci di vedere e toccare solo una parte grossolana della realta’. Se infatti riuscissimo percepire la energia che circonda ogni cosa, non riusciremo piu’ a distinguere le cose materiali come oggetti separati tra di loro; ma non per questo la Energia non esiste.

Cio e ben noto scientificamente, ma e proprio la comunicazione via Internet quella che contemporaneamente ci propone un cambiamento cognitivo delle "relazioni tra REALE e VIRTUALE" Tale cambiameno concettuale pertanto non e solo tecnologico ma essenzialmente culturale. Infatti dato che e’ importante essere coscienti del fatto che noi osserviamo solo una porzione della realta’, quando si parla di "virtuale" dobbiamo evitare di ricorrere all’ idea che si tratti di qualche cosa di immaginario, fantastico, a volte ingannevole; ma di una realta’ piu’ profonda ed culturalmente innovativa, che dobbiamo imparare ad apprendere, superando la antiquata mentalità basata su una cultura della societa’ industriale che ha dato maggior valore economico e sociale al mercato degli oggetti anziche’ al pensiero creativo.

Lo stesso sviluppo della scienza contemporanea, dimostra che il pensiero creativo si fonda piu’ sul immaginario scientifico che non sulla osservazione di oggetti visibili tangibili e sensorialmente recepibili dal loro odore o gusto. Ricordiamo infatti anche che in varie occasioni famosi scienziati hanno evocato il loro immaginario creativo proprio dai sogni.

E facile pertanto comprendere che grandi cambiamenti di pensiero sono avvenuti nella storia dell’uomo quanto sono emerse interpretazioni in contrasto con la visione scientifica e culturale della precedente epoca. Allo sviluppo dell’ immaginario scientifico ha contribuito il sognare ed il fantasticare piu’ della osservazione limitata alla percezione della realta’, e pertanto grandi contributi alla concezione di quanto e’ "Intangibile" ed al contempo "Reale" sono stati recepiti sia sia nel sogno che nel fantasticare ad occhi aperti perseguendo un proprio immaginario interiore.

In antichita’ l’interpretazione dei sogni fu considerata la via principale per affrontare la preveggenza VIRTUOSA della mente (dal latino "virtualis che viene da virtus = forza, potenza") IL VIRTUALE non era infatti una una categoria che si opponeva al reale e pertanto nella antiche culture il sogno ebbe ed ha ancor oggi un valore profetico.

Oggi dobbiamo ammettere che nel quadro delle conoscenze affermatesi nell’ epoca industriale si stenta ancora a credere nella interpretazione dei sogni, cio’ perche’ si associa il sogno ad una forma mentale inconsapevole, mentre purtroppo contraddittoriamente si tende a ritenere oggettivo quello che ci viene propinato dalle immagini televisive facilmente manipolabili.

Sigmund Freud, per primo, nel 1899 con "L’interpretazione dei sogni", restitui’ al sogno il grande potere che riveste per la vita psichica dell'uomo, ponendosi il problema di scandagliare gli elementi più remoti, reconditi ed ancestrali della psiche; i suoi studi sul contenuto latente, relativi al processo di rimozione e di auto-censura hanno aperto innovative prospettive a tendenze nella comprensione delle relazioni tra Cervello e sviluppo della Mente.

Di seguito Carl Gustav Jung, suggeri’ che i sogni potevano essere letti col metodo prospettico, con uno sguardo sul futuro; cio’ consentì a Jung di osservare nel vissuto onirico, le linee di sviluppo della crescita psicologica, a partire dalla potenzialità che nel sogno si manifestino "cose non ancora realizzate".

Oggigiorno, nell’epoca di transizione socio-economica tra il valore TANGIBILE delle COSE ed il Valore INTANGIBILE dei prodotti della MENTE, e’ necessario tradurre l’inconscio in attivita’ coscienti capaci di avvalorare la produzione di innovazione e di tutto quanto e’ un prodotto intangibile della mente umana, iniziando a rifletter sul fatto che almeno un terzo della nostra vita reale la passiamo dormendo e che anche dal sogno possiamo reperire le strategie per modificare e cambiare le nostre consuete forme di pensiero ormai storicamente obsolete cio al fine di evitare problemi psicologici nella vita concreta di tutti i giorni.

Cosi come dopo un poco di stupore anche un bambino capisce che nello specchio la immagine virtuale é quella riflessa, ma che cio’ non significa che non sia vera solo perche’ direttamente impalpabile e di conseguenza si rende conto che l'illusione percettiva sta nel credere che la immagine sia situata apparentemente dentro lo specchio, cosi pure oggi dovremo reinterpretare il valore della capacità mentale dell’uomo e riconoscere la Virtualità innata nel proprio cervello, che in sostanza consiste nel insorgere una fertile immaginazione cosciente, tale che permetta di riconoscere le illusioni e le verita’ di tutto cio’ che va oltre alla semplice percezione delle cose.

NOTA: Le onde cerebrali durante il Sonno. Le diverse attività cerebrali si dividono in quattro fasce di frequenza, misurabili con apparecchi elettronici e calcolati in 'cicli al secondo', o Hertz (Hz), che corrispondono a quattro diversi stati di coscienza.

Onde beta: frequenza che varia da 14 a 30 Hz Appaiono normalmente nello stato di veglia, quando si utilizza l’emisfero sinistro: permettono di agire e reagire, di controllare la situazione e risolvere velocemente i problemi. Sono alla base delle fondamentali attività di sopravvivenza, di ordinamento, di selezione e valutazione degli stimoli provenienti dal mondo esterno sulla base delle conoscenze acquisite.

Onde alfa: frequenza da 8 a 14 Hz. Sono connesse allo stato di rilassamento, di meditazione e di introspezione: si può raggiungere questo stato anche ad occhi aperti, quando si è particolarmente sereni, concentrati su di sé e sullo sviluppo delle proprie idee.

Onde theta: frequenza da 4 a 8 Hz. Associate alla creatività, vengono prodotte in stato di meditazione profonda e durante il sogno (fase Rem e sogno ad occhi aperti), quando usiamo l’immaginazione e la visualizzazione. Indicano anche una grande capacità intuitiva.

Onde delta: frequenza da 0,5 a 4 Hz. Associate a uno stato profondo di rilassamento psicofisico, sono proprie della mente in uno stato inconscio che puo’ provocare auto-generazione cognitiva ed anche di auto-guarigione.



13. CERVELLO E LETTURA DIGITALE

Le diverse modalità di acquisizione di conoscenze modificano le proprietà di memorizzazione del cervello favorendo dinamiche di codificazione e decodificazione di nuove connessioni tra neuroni e con esse l’ insorgere di nuove relazioni di integrazione cerebrale, in particolare tra le memorie di lavoro (a breve termine) e quelle semantiche (cioe’ quelle che processano l’informazione a piu’ lungo termine per mezzo della associazione di varie aree celebrali).

Oggigiorno nei paesi tecnologicamente piu’ avanzati il sovraccarico informativo è diventato tale che elementi di conoscenza si accumulano rapidamente in modo frammentario e casuale, cosi che risulta difficile mettere ordine significativo alla informazione per trarne un senso memorizzabile ed esprimibile come ricordo.Per sopperire a questo stato di cose i processi mnemonici tendono a modificarsi assumendo un carattere sempre piu’ dinamico per far coincidere sempre meno la conoscenza individuale con il sapere ripetitivo delle nozioni acquisite.

Per prepararsi coscientemente a gestire questa situazione e’ decisamente importante capire come la formazione cerebrale della società contemporanea necessiti di nuove strategie finalizzate ad imparare più velocemente e generare una amplificazione dei processi mentali non solo a livello individuale, ma dentro una dimensione socialmente estesa, fondata sulle metodologie di comunicazione informatica per la condivisione interattiva delle conoscenze. Tale opportunita’ proposta dalle tecnologie di informazione e comunicazione (IT&C) si correla ad una maggiore flessibilità di costruzione delle mappe cerebrali e si associa ad un profondo cambiamento di metodi e delle strategie educative, che sono necessarie per abituarsi a selezionare e rielaborare rapidamente le relazioni di integrazione tra le memorie operative e semantiche.

Per comprendere come ottimizzare il suddetto cambiamento e’ innanzitutto opportuno puntualizzare che solo la memoria del computer si ripete identica a se stessa, mentre la memoria biologica e’ funzione della capacita' di utilizzazione dei ricordi in modo tale da permetterci di anticipare le migliori soluzioni di pensiero e comportamento nell’ apprendimento.

Diversamente dal computer il ricorso alla memoria biologica e’ di natura selettiva, conseguentemente, se la elaborazione mnemonica e’ liberata da pesanti condizionamenti culturali e coercitivi, essa e’ naturalmente in grado di indurre all’oblio l’informazione che non viene ritenuta fisiologicamente utile allo sviluppo creativo della personalita’, mediante azioni tese a limitare la trasformazione delle memoria a brevi e in quella a lungo termine. Per far cio’ istinto ed intuizione, si comportano quali specifici selettori dinamici della evocazione ed integrazione in tempo reale dei processi mnemonici. Pertanto e’ sufficiente un piu’ frequente ricorso a tali sistemi innati di selezione dell’informazione, per ottenere una metodologia di apprendimento utile a favorire una attenzione piu’ adeguata a sfoltire il sovraccarico informativo della memoria episodica e frammentaria, per ridurlo all’essenziale semanticamente memorizzabile.

Agendo in tal guisa la formazione cerebrale tende di fatto ad adeguarsi all’uso delle nuove tecnologie di comunicazione multimediali in Internet, le quali, processando l’informazione in sia in tempo reale che differito, permettono di esercitare una estensione della memoria connettiva estrenalizzata nella rete.

In questo ambito di evoluzione dei processi di memorizzazione congiunti con la rete Internet e con la volontà di favorire le strategie di formazione cerebrale appropriate all’epoca contemporanea della "Società della Conoscenza", possiamo osservare che la stessa lettura di un libro risulta ormai tesa a prediligere una metodologia di significazione anticipativa del testo,’ resa possibile da un atteggiamento non piu’ sequenziale della lettura parola per parola, ma che sotto un carico elevato di informazione, diviene piu’ frettolosa ed allo stesso tempo contenente un carattere positivo di ricerca.

Durante la lettura piu’ affrettata il soggetto infatti si trova a scoprire e a costruire il senso delle parole che legge attraverso selezioni, combinazioni, organizzazioni, anticipazioni e retrospezioni proprie di chi fruga nella informazione cercandone un significato recondito, piuttosto che tendere ad acquisirla specularmene. Infatti scopriamo che la significazione di un libro piu’ essere accelerata quando la lettura procede come estrazione di significato deducibile dal contesto, in quanto quest’ultimo viene ad essere il frutto di una interazione tra la strutturazione logica del testo ed una attivita’ di indagine conoscitiva del soggetto.

Tale metodo di lettura per indagine, modifica sensibilmente la attivazione dei processi mnemonici, proprio in quanto chi legge assume una dimensione di attenzione che non e’ piu’ indirizzata a percepire un completo riflesso di quanto e’ scritto,ed infatti il lettore non si immedesima profondamente nel testo, ma integra nella lettura la propria intenzionalità attiva di ricerca di significato.

Il ruolo passivo del lettore, che e’ stato piu’ proprio dalla antiquata modalita’ di lettura sequenziale di un testo, viene oggi fortemente diminuito in particolare nella lettura di un testo digitalizzato nel computer ; infatti quando lo scritto e impresso su uno schermo a cristalli liquidi e’ piu’ facile poter velocemente scorrere rapidamente le pagine computerizzate, con l'obiettivo di farsi un'idea del contenuto favorendo in tal guisa la intenzionalità di ricerca del lettore, il quale punta la sua attenzione sull’innovazione significativa solo dopo la scelta dei brani a cui dedica una lettura piu’ approfondita.

Oggi la scrittura immateriale elettronica e la multimedialita’ degli strumenti informatici indubbiamente favoriscono la abilità individuale nel creare proprie rappresentazioni mentali. Con gli IPERTESTI, e l’utilizzazione dei BLOG (abbreviazione di Weblog) infatti vengono utilizzati vari mezzi di rappresentazione (suoni, immagini bidimensionali e tridimensionali, animazioni, simulazioni) per cui ognuno puo’ migliorare le proprie strategie cognitive con modalita’ che, se ben comprese e sviluppate, possono risultare estremamente utili nel processo evolutivo della formazione cerebrale dei giovani.

L’ipertesto, ha modificato la procedura formativa classica richiesta dal vecchio testo stampato, permettendo di passare da una fruizione lineare ad una non sequenziale ed interattiva, che va ad agire su più livelli cognitivi ed emozionali differenziati, potenziandone il coinvolgimento. Pertanto con le strategie di apprendimento ipertestuale lo studente ha la possibilità di pianificare il suo percorso cognitivo, secondo una propria procedura associativa, spostandosi negli spazi agibili nell’ipertesto (nodi = unità basilari di contenuto) ed anche uscendo da essi tramite collegamenti esterni (link) per navigare nella struttura reticolare della rete, perseguendo un metodo comunicativo multimediale che implica l’utilizzo interattivo di più codici comunicativi (es. grafico, ed acustico).

In conclusione la possibilità di adottare una modalità interattiva di fruizione condivisa delle conoscenze potra’ favorire la formazione di mappe mentali flessibili, incentivando le motivazioni e gli interessi dei giovani ad esprimere le proprie idee entro un sistema di comunicazione e di apprendimento collaborativo (Net-Learning) che permette in tal guisa di evitare l’assumere di obsoleti atteggiamenti di memorizzazione ripetitiva delle nozioni acquisite

Come da sempre la storia dell’ uomo, la sua evoluzione cerebrale è basata su un processo di sviluppo di forme mentali di adattamento creativo all’ ambiente naturale e sociale, dove quel che succede non è una semplice ricombinazione degli elementi storicamente definiti in precedenza, poiche’ essa è frutto di una azione dinamica dove il nuovo si crea e si arricchisce, mentre il vecchio si depotenzia e si degrada.


14. CERVELLO e SIGNIFICAZIONE

cervello e significazione
Il cervello é concepibile come un sistema “flessibile” di funzioni che opera su di un input (le afferenze sensoriali ), per elaborare un output, generatore di una “alfabetizzazione” del significato, che ha come referente il duplice versante della realtà esterna ed interiore. La “Teoria delle Funzioni di apprendimento significativo” si fonda schematicamente su due funzioni di integrazione cerebrale “alfa”) che corrisponde alla evocazione della memoria e “beta”) al confronto ed alla elaborazione dei dati sensori e mnemonici attuata dall’ intelletto. La attivita’ di tali funzioni cerebrali viene anticipata da un processo di allarme (bio-elettrico), che pre-configura l’ attivazione della neuro-trasmissione nelle diverse aree cerebrali; cio’ e’ conseguenza di una processazione di carattere essenzialmente intuitivo, che correla l’attenzione nonche’ le attese, che sono in relazione all’ obiettivo di attuare una risposta cerebrale finalizzata, in ogni momento, alla ricerca della miglior risoluzione cognitiva e/o comportamentale.

La “alfa-betizzazione” significativa delle informazioni in conoscenze apprese, avviene secondo un principio di economia, che tende a chiudere l'ampiezza della gestione della memoria ed accellerare il ritmo della contemporanea attivita’ di elaborazione finalizzata attuata dall’ intelletto, suddividendo l'"alfabetizzazione" interpretativa in differenti tipologie di integrazione cerebrale. La suddivisione delle aree di integrazione il cervello persegue un principio di minimizzazione del dispendio energetico, che agisce sull’ orientamento della distribuzione di flusso sanguigno, proprio in quanto, per rispondere a differenti scopi attesi e’ sufficiente selezionare i contorni di aree specifiche; infatti quanto più fosse potente l’integrazione, altrettanto maggiormente essa sarebbe dispersiva per l’eccesso di connessioni interneuronali (assoni e dendriti) da porre a convergenza.

La definizione delle aree cerebrali preferenzialmente attivate e’ esercitata dalle pulsioni provenienti dalle sezioni piu’ ancestrali del nostro cervello (cioe’ le strutture sub-corticali come i Gangli Basali, Amigdala ed Ipotalamo), le quali vengono inizialmente indirizzate verso la zona cerebrale dell’ Acumen, e successivamente distribuite per attivare particolari processi di integrazione funzionali, che, a livello di significazione cognitiva, trovano corrispondenza con diverse strutturazioni di “mappe mentali”,le quali infine si rivelano determinanti nella formazione di differenti modalita’ di intelligenza che convivono in modo piu’ e meno esercitato in ciascuno di noi (intelligenze multiple).

Tra le forme di intelligenza che caratterizzano le modalita’ di significazione e comunicazione fondamentalmente sono da annoverare 1) la capacita’ “intra-personale” di riconoscere i propri stati di coscienza e di utilizzali entro sistemi logici di analisi e sintesi cognitiva, necessaria per costruire conoscenze innovative e personalizzarle; 2) la capacita’ “inter-personale” di percepire interpretare ed agire in conseguenza agli atteggiamenti e motivazioni altrui, cio’ e’ alla base della abilita’ di interpretare efficacemente delle attivita sensoriali e tradurle con facilita’ nella risposta linguistica e comportamentale; 3) la capacita “cinestesica” di apprendere ad eseguire movimenti articolati con le membra ed il corpo e finalizzali ad una attivita’ di espressione artistica, musicale e sportiva.

Pertanto gli atteggiamenti mentali e i percorsi del ragionamento preferenziali risultano essere differenziati a seconda delle aree di integrazione cerebrale coinvolte , e cio’ corrisponde ad una “alfa-betizzazione” settoriale delle funzioni cognitive, che assume differenti aspetti nelle abilita’ intellettuali personali adeguate a realizzare ed esprimere propriamente le relazioni tra pensiero ed azione.

Possiamo ora approfondire la interpretazione delle precedenti modalità integrative di “alfabetizzazione” cerebrale:

1) la costruzione “intra-personale” delle conoscenze, puo’ essere evidenziata mediante lo studio delle “mappe concettuali” in quanto esse sono la conseguenza della primaria modalita’ di integrazione funzionale delle aree cerebrali che da’ come risultato prevalente una cascata di associazioni cognitive. Lo studio delle mappe concettuali puo’ essere utile per comprendere le fasi di assimilazione delle nuove conoscenze in modo da ottenere maggior consapevolezza delle proprie modalità di costruzione dei concetti e conoscenze. Si ottiene cosi’ un sistema per "imparare ad imparare", mediante l’utilizzazione delle piu’ appropriate caratteristiche "alfabetizzanti" della significazione cognitiva, esplicitando le associazioni preferite nel rielaborare e comunicare conoscenze ed evidenziando i concetti e le emozioni principali evocate ed i legami che tra essi si stabiliscono per creare percorsi alternativi di ragionamento.

2) l’intelligenza emotiva e’ invece alla base delle capacita’ di comprensione e comunicazione “inter-personali”. In particolare e’ normalmente l’ Amigdala quella che inizia l’attivazione delle memorie emozionali; l’esercizio di questa seconda tipologia di integrazione si fonda sulla capacita’ di autocontrollo delle attivita’ emotive che permettono di ottenere una maggior attenzione allo stile relazionale da assumere nei rapporti di comunicazione con gli altri. Nello specifico tale modalità di integrazione cerebrale conduce ad una miglior conoscenza delle possibilita’ di regolazione dei propri vissuti emotivi, che induce la capacità di sapersi motivare in quadro relazionale basato sulla attenzione ad entrare in ascolto, e riconoscere e valutare l’empatia, attuando dinamiche di comunicazione basate su strategie cognitive ed affettive adeguate a stemperare le barriere psicologiche, e gli atteggiamenti di difesa propri ed altrui nelle relazioni di comunicazione interpersonale. La capacità di dominare le emozioni per raggiungere un obiettivo è una dote istintiva essenziale, ma che puo’ essere esercitata per concentrare l'attenzione, e per trovare motivazione e controllo di sé, anche ai fini di essere compresi nella propria creativita’. Il controllo emozionale, corrisponde alla capacità di ritardare la gratificazione e di regolare gli impulsi, ed è centrale per qualunque tipo di realizzazione sia di crescita cognitiva “intra-personale”, che nell’ appropriarsi coscientemente della successiva tipologia di integrazione cerebrale. “Cinestetica”.

Per inciso notiamo che “motivazione ed emozione” hanno in comune la stessa matrice nella lingua latina "movere", cioè entrambe determinano la spinta all'azione, consentendo all'individuo di riconsiderare e riorientare il suo pensiero e comportamento verso uno scopo e verso la soddisfazione di determinati bisogni.

3) Per evitare predisposizioni mentali stereotipate e correggere preconcetti o mis-conoscenze ed anche per migliorare le capacita cognitive, non e da sottovalutare la tipologia di integrazione cerebrale che include prevalentemente l’attivita’ del “cervelletto”, in quanto essa permette di aumentare l’efficienza e le prestazioni mentali tramite un potenziamento della esperienza nell’esercizio delle relazioni tra memoria a breve e a lungo termine.

L’attivita' “Cinestetica” implica infatti notevoli interferenze neuronali tra sistema percettivo e sensoriale con il “cervelletto", (posto alla base occipitale del cervello), generando una integrazione processuale tra memoria ed intelletto, che attraverso la spina dorsale provvede a segnalare al cervello indicazioni interattive di equilibrio e di direzione e di azione al corpo ed agli arti in movimento e viceversa da questi ultimi al cervello..Tale attivita’ integrativa, pertanto conduce ad un “modus operandi” capace di rafforzamento dei potenziali cognitivi ed emozionali, amplificando la piu’ completa formazione nella sperimentazione e nell’utilizzazione dell’ intelligenze multiple che convivono in ciascuno di noi.


Le tecnologie della “intelligenza connettiva”

La diffusione globale delle reti telematiche ha iniziato ad agire profondamente su ogni aspetto della vita sociale, non ultima la relazione dell'uomo i processi di sviluppo delle conoscenze. Tale innovazione della tecnologia di comunicazione informatizzata tende a trasformare le relazioni di flessibilità tra i sistemi di integrazione cerebrale, modificando notevolmente le precedenti dinamiche di apprendimento, cio’ in quanto la esternalizzazione delle memorie in rete tende a cambiare lle strategie di costruzione delle mappe cognitive entro in un sistema distribuito, andando di conseguenza ad agire anche su una differenziazione delle capacita’ empatiche e delle abilita cinestetiche del cervello umano. Il sistema educativo in rete va pertanto inteso letteralmente come “sistema “trasformativo” dei processi di “alfabetizzazione” dei significati, proprio in quanto gradualmente cambiera’ irreversibilmente, le relazioni di relativa flessibilità di interazione tra i processi di integrazione cerebrale sopra indicati, in seguito al modificarsi delle relazioni tra gli stimoli propriocettivi ed esterocettivi, sia nei processi di memorizzazione che di elaborazione cognitiva dell’ intelletto .

Si acuisce pertanto la necessita di studi di “Neuroscienze dello sviluppo” delle relazioni - tra “intelligenza artificiale e creatività umana”, capaci di interpretare e presagire le rinnovate modalità di integrazione cerebrale , che si rivelano necessarie per acquisire rinnovate funzioni cerebrali estese e condivise in rete internet, le quali saranno piu’ proprie di una nuova modalita’ di “intelligenza connettiva”.

La trasformazione graduale delle modalita’ di integrazione cerebrale, sia rispetto alla gestione della memoria che all’ elaborazione dell’ intelletto, senza una opportuna teoria, potra’ svolgersi soltanto attraverso modalità di rappresentazione confuse e indistinte, ritardando la nostra capacita’ di capire ed attuare una sperimentazione cosciente, adeguata ad indirizzare le modalita’ ed i criteri di flessibilizzazione ottimale dei sistemi di integrazione cerebrale nel quadro dello sviluppo contemporaneo della Societa' della Conoscenza.

Un miglioramento delle funzioni cerebrali e’ evolutivamente possibile proprio in quanto le categorie mentali non sono statiche nella memoria, ne’ componibili tramite percorsi cognitivi dal significato invariabile e quindi non ulteriormente elaborabili dall’ intelletto.; pertanto le concezioni anche le piu’ tradizionali vanno sempre storicamente modificandosi secondo una rinnovata maturazione funzionale della utilizzazione dei sistemi di integrazione dell’ apparato neurale. Le idee, dice un vecchio saggio, sono come colombe in gabbia, non e facile infatti catturarle perche’ per loro natura volano via. Pertanto sulla base sulla base della flessibilita’ dell’ apprendimento mnemonico, l’intelletto possiede la congenita potenzialità di evolversi costruendo modificando categorie cognitive, allo stesso tempo in cui puo’ creare significazioni innovative piu’ coerenti con lo sviluppo individuale e sociale.

Certamente per agire intelleggibilmente nel quadro del cambiamento contemporaneo del management della Economia della Conoscenza e quindi necessario per saper eccettare le nuove sfide di una linea di orizzonte mentale che si sposta nella condivisione della conoscenza nel World Wide WEB, e’ necessario un profondo risveglio della consapevolezza, tale che perseguendo appropriate indicazioni teoriche, la mente umana possa divenire ancora piu’ capace e creativa nell’elaborare sistemi integrati di “condivisione di conoscenza” e favorire in tal guisa lo sviluppo della “Intelligenza Connettiva”.

NOTA ESPLICATIVA: Relazione tra campo bio-elettrico di attivazione e Neurotrasmissione


Un neurone ha due estremità - l'assone ed il dendrite. Le cariche elettriche dei 'segnali' nervosi attraversano il neurone dal dendrite all'assone. L'assone rilascia molecole di neurotrasmettitori nella sinapsi, lo spazio fra l'assone di un neurone e il dendrite d'un altro neurone. Le molecole del neurotrasmettitore viaggiano attraverso la sinapsi sino al recettore sul dendrite dell' altro neurone, come è mostrato nelle figure qui sotto:


sistema nervoso

neurone

15. CERVELLO E ATTENZIONE

Charles Darwin ha sostenuto, sin dalla metà dell'Ottocento, che il cervello umano ha ereditato una lunga storia naturale dalla evoluzione del vivente, per cui, visto dal basso verso l’ alto, il cervello umano presenta almeno tre stratificazioni ben differenziate che rappresentano probabilmente mutazioni evolutive.

Il cervello pertanto possiamo considerarlo schematicamente organizzato , su tre livelli principali.

Il primo livello-basale, che comprende le regioni piu’ ancestrali, da cui provengono pulsioni istintive, il livello secondario, la dove arrivano i segnali sensoriali ed infine il livello alto degli Emisferi Cerebrali Superiori, detto normalmente della Neocorteccia.

Vedremo in questo breve articolo della serie “CERVELLO e MEMORIA”,come non sia possibile trattare il problema dell’attenzione separatamente dalla struttura del cervello, infatti data l’ importanza evolutiva della “attenzione” tutti e tre i livelli cerebrali dell’ uomo e della donna, sono implicati nel sistema attenzionale che distingueremo in --- ATTENZIONE : Indotta , Affettiva, e Volontaria .

L’attenzione e importante in tutto il sistema evolutivo degli esseri viventi proprio in quanto: “Attirare o non attirare l'attenzione è uno dei piu’ decisivi requisiti per ottenere dei risultati ottimali dalla comunicazione”.

Il processo attenzionale, quando integra armoniosamente i tre livelli cerebrali è fondamentale perche’ seleziona in tempi brevi i dati provenienti dalle pulsioni istintive, dalla elaborazione dei dati sensoriali e dalle riflessioni che associano razionalmente l’ esperienza precedentemente acquisita, ed in tal guisa la attenzione si comporta come un fascio di luce di dimensione variabile che focalizza gli angoli piu’ nascosti dell’ambiente cerebrale.

La capacità di prestare attenzione soltanto ad un piccolo insieme degli “stimoli chiave” e riflettere su essi in modo rapido utilizzando prevalentemente un ampio arco di memorie a breve termine, implica pertanto una immediata, ma estesa integrazione di tutte le potenzialita’ cerebrali, che vanno dall’istinto alla motivazione sensoria ed alla attesa riflessiva; proprieta’ cerebrali che nel loro insieme riescono a accomunare le pulsioni indotte da uno stimolo esterno, rafforzarle con elementi affettivi, e accoppiarle con la volontà derivante da una ragionevole ed rapida riflessione.

Spesso l’attenzione puo’ essere condizionata e fuorviata altrettanto rapidamente da fattori di manipolazione esterna della informazione. In tal caso la capacita' di completa integrazione dei tre livelli cerebrali viene meno e l’attenzione puo’ essere indotta a focalizzarsi nel contesto dei singoli livelli cerebrali, perdendo di conseguenza la capacita' di una piu’ ampia integrazione.

In tal caso si attua una scissione temporanea dei tre livelli cerebrali che a lungo andare puo’ divenire fortemente condizionante l’ orietamento della stessa capacità di attenzione. Puo’ avvenire infatti che l’attenzione si trasformi in attesa razionale, che oltrepassa il tempo in cui l’ attivita’ attenzionale e’ utile disperdendone la potenzialità di ragionavole immediatezza. Puo ‘altresi’ avvenire che la emotività associata all’ attenzione si trasformi in forte emozione o paura, ed in tal modo il sistema sensoriale blocca la capacita percettiva e riflessiva, cortocircuitando e stabilizzando il sistema di integrazione attenzionale su livelli emotivi.. Ed infine l’ attenzione puo’ fissarsi sul livello pulsionale di base, che inizia a lavorare spasmodicamente su se stesso, perdendo i collegamenti di integrazione con i livelli cerebrali superiori così che il circuito dell’ attenzione resta in balia di pulsioni oscillanti, privo di un rapido controllo affettivo e volitivo, quest’ ultimo generato dalle capacita di riflessione di entrambi Emisferi Cerebrali Superiori.

Il catalizzatore chiave per attuare un sistema attenzionale non inceppato nei vari livelli strutturali, ma fluente nel procedere verso una piu’ completa integrazione cerebrale, risiede probabilmente in cio’ che chiamiamo “COSCIENZA” L'uomo a volte pensa di poter agire liberamente: in realtà, può solo scegliere tra le varie possibilità, di funzionamento cerebrale, che si sono formate nel corso dell'evoluzione umana, e che a differenza degli altri animali puo’ integrare in modo cosciente utilizzando ampiamente e sinergicamente delle proprie facolta’ cerebrali, nello spostare l’ attenzione verso una azione che da pulsione inconscia si integra con i livelli affettivi e volitivi generando una attivita’ coscienziosa piu’ propria del “libero arbitrio”.


NOTA DI "CRONOLOGIA" SUL LIBERO ARBITRIO: John C. Eccles (premio Nobel 1963, uno dei più grandi scienziati sulla "Conoscenza del cervello", autore dell'omonimo libro - Piccin Editori Padova) concludeva il suo volume proprio con il libero arbitrio. "Nel considerare il libero arbitrio non intendo lasciarmi andare a una disputa filosofica su questo tema fin troppo discusso. Tutto ciò che ho da dire è che il libero arbitrio è un fatto di esperienze acquisite. E' qualcosa che ciascuno di noi prova e riprova e poi ripone nel suo cervello. Nessuno avrebbe immaginato che il libero arbitrio esistesse se non ne avesse fatto esperienza, con il che io intendo la capacità di effettuare delle azioni che sono state prima fatte con le esperienze, e in base a queste il nostro cervello tenta di effettuarne altre dopo aver fatto con quelle precedenti una comparazione; cioè riprogramma una nuova azione cercando la più positiva, e la propone come scelta finale".

Un uomo naufragato su una lontanissima isola del pacifico, può essere irrazionalmente indotto a buttarsi in mare per raggiungere a nuoto la costa, ma se ha una conoscenza geografica del luogo, delle sue forze, e sa quanto è grande il Pacifico, il suo libero arbitrio valutando la scarsa probabilità di successo dell'azione, la ritiene una pazzia, e gli suggerisce che è meglio rimanere a fare il Robinson Crosuè sull'isola. In questo caso non è l'uomo ad aver scelto, ma sono - se le ha- le sue conoscenze-esperienze. Più queste sono numerose e radicate, più rapida e decisa la volontà, cioè la scelta di come agire.



16. CERVELLO e VOLONTA’

La comprensione modo di essere e comportarsi, di qualsiasi livello essa sia, può avvenire attraverso l'utilizzo del cervello e la sua formazione mentale. Certamente la volontà viene influenzata da come si pensa e dai connotati dei contenuti del pensiero; pertanto bisogna ammettere la difficoltàdi assumere atteggiamenti derivanti da una volontà libera e consapevole, che permetta di tradursi in atti decisionali finalizzati in modo coerente verso raggiungimento e la realizzazione di un determinato fine o scopo.

Infatti la Volontà si manifesta in molte forme che vanno dalla la volontà istintiva di sopravvivenza alla volontà di potenza e di sopraffazione, che degenera nel Super-Ego, ben descritta dal filosofo Nietzsche; quest’ultima corrisponde ad una trasmutazione trasgressiva dei valori naturali della sopravvivenza che determina una “coscienza deviante" in ogni individuo tendente all' appropriazione, manipolazione della volontà di altri individui, che comunque e’ fondata su un innaturale disprezzo nei confronti di se stesso ed altrui.

La Volontà vista in termini di funzionalità cerebrale puo’ essere distinta in tre principali atteggiamenti : “Conscio, Sub-conscio ed Inconscio “che corrispondono ai tre livelli di articolazione verticale del funzionamento cerebrale, rispettivamente rispondenti agli Emisferi Cerebrali Superiori, al Talamo e Ipo Talamo, ed al sistema sottocorticale basale.

A differenza della “Attenzione” che integra le stesse aree cerebrali utilizzando delle memorie a “Breve-Termine”, cio’ che indichiamo come “Volontà” predilige una integrazione correlata alle “Memorie a Lungo Termine”; di qui il vantaggio delle azioni volitive basate su un pensiero positivo, e viceversa il pericolo di azioni volontarie fondate su un atteggiamento negativo piu’ evidente o nascosto nei confronti altrui.

Come l’attenzione anche la volontà puo’ essere fuorviata mediante disinformazione ed indottrinamento cognitivo ed anche piu’ facilmente plasmata, cosi che la libera volontà cosciente , viene ad essere sopraffatta e costretta a perdere un ragionevole controllo da effetti esercitati dall’ esterno sulle cognizioni apprese e rinforzate dalle motivazioni emotive e passionali del sistema volontario emozionale a carattere Sub-conscio o piu’ profondamente su quello Inconscio, (come nei casi dell’esercizio delle ipnosi o di altre modalità di subliminali di “lavaggio del cervello” mediante persuasione e condizionamento o la dipendenza dalla assunzione di droghe.

Classico esempio di plagio è quello protratto sulla base del convincimento che la morte non sia il termine della esistenza terrena, che associato ad indottrinamento e persuasione coercitiva di indole politico-religiosa, facilita anche le pericolose attività terroristiche che oggi sono sotto l’attenzione di tutto il mondo. Possiamo dire pertanto che la forza di volontà e quindi una funzione generata sulla base delle potenzialità di integrazione cerebrale delle “Memorie a Lungo Termine”, che per essere esercitata coscientemente e’ necessario che l’ individuo sappia ragionevolmente auto-controllarsi, per non divenire facile preda di manipolazioni mentali e tecniche di condizionamento della personalita’ di tipo cognitivo, passionale o subliminale ed inconscio.

Pertanto la facoltà di scelta nel prendere decisioni comportamentali consapevoli viene a dipendere sostanzialmente dall’ utilizzazione sinergica delle differenti strutture cerebrali e quindi da un apprendimento libero e non coercitivo nelle loro formazione.

Come si puo’ dedurre dalla “Risonanza Magnetica Funzionale” osservando l’aumento della irrorazione di sangue delle varie aree celebrali; si evidenziano varie tipologie dell’atto volitivo. Infatti se esso conduce ad una decisione rapida ed impulsiva, la rete sinaptica maggiormente coinvolta è situata nella sezione basale del cervello; mentre nel caso che la attività decisionale sia prevalentemente motivata da una risposta emotiva il focus delle attività cerebrali si accentra nella zona talamica, se invece la decisione viene maggiormente a dipendere da una convinzione ragionata, le attività sinaptiche implicate risiedono maggiormente nelle aree frontali degli Emisferi Cerebrali Superiori.

Di conseguenza un atto di volontà corrisponde ed una maggiore o minore possibilità di relativa libera auto-determinazione, quanto piu’ non si verifica una scissione delle tre principali funzioni cerebrali implicate nell’atto volitivo, il quale assume ulteriormente una prospettiva finalizzata di maggiore o minore intensità, a seconda del coinvolgimento nel processi di integrazione cerebrale di una bilanciata proporzione tra Emisfero Destro e Sinistro.

In conclusione pur facendo riferimento ad un modello semplificato delle struttura cerebrale si comprende che evidentemente risulta possibile apprendere ed esercitare l’orientamento volontario dei nostri atteggiamenti decisionali e comportamentali nel modo piu’ responsabile e conveniente alle mutevoli esigenze di vita, tenendo costantemente in appropriata considerazione la necessita di attuare una piena integrazione delle varie potenzialità e tipologie di risposta della struttura cerebrale.

amar crear
17. CERVELLO E CREATIVITA'

La creatività fa parte della dote naturale propria di ciascun individuo le cui qualita’ possono essere esercitate e potenziate. La creatività non ha solo un aspetto individuale, dato che e’ necessario sia riconosciuta, e quindi viene a dipendere sia dalla capacita di comunicazione che dalle attese storico-sociali di innovazione. La storia della scienza, dell’economia, e dell’ arte è costellata di individui e spesso da gruppi che, grazie alle loro capacità, si sono contraddistinti per invenzioni o scoperte geniali fondate sulla originalità di “comunicazione ed interpretazione scientifica ed artistica” piu’ elevate, rispetto alle capacita’ relative della maggior parte degli uomini a loro contemporanei.

A ben vedere infatti l’ atto creativo non e’ limitato all’ avere una idea originale, per individuare la soluzione di un problema o trovare un sistema innovativo di espressione; di fatto per completare la creativita’ e’ necessaria una notevole capacita’ di chiarezza di sintesi e di “comunicazione” convincente, basata sul confronto di “fruibilita’” rispetto a soluzioni tradizionali inadeguate ovvero obsolete.

Nella storia non sempre coloro che i posteri hanno poi considerato dei “geniali”, sono stati apprezzati dai contemporanei , e pertanto il loro talento, nella maggior parte dei casi e andato disperso, oppure riutilizzato solo post-mortem da coloro che sono riusciti a completare l’ atto creativo in condizioni di differente attesa cognitiva e di condizioni storicamente diverse di una maggior condivisibilita’ della innovazione.

A livello individuale certamente la genetica personale, predispone una articolazione strutturale delle aree cerebrali, che influisce sulle diverse capacita di integrazione, che possono condurre alla genialita’ piu’ marcata di un individuo rispetto agli altri; ma e’ bene osservare che se la genialita’ non viene condivisa , essa al contrario rischia di essere considerata dai contemporanei, una inutile stranezza se non addirittura stupidita’, irrazionalita’ o follia.

Recentemente l’ analisi storiografica di alcune note personalita’ della scienza , come ad es: Albert Einstein o dell’arte come Vincent Van Gogh, certamente accomunate da capacita' intellettive eccezionali, ha rivelato l’esistenza nei loro comportamenti alcune forme riconoscibili come “disturbi mentali” piu’ o meno gravi quali ad es. la “Sindrome di Asperger” (dal Nome di un Pediatra Austriaco riconosciuta nel 1994 dalla classificazione psichiatrica internazionale). Infatti non pochi scienziati ed artisti e musicisti dimostrano alcuni tratti evidenti di uno sviluppo psico-mentale disarmonico, caratterizzato da comportamenti sociali o affettivi a volte difficili, a fronte di capacita’ immaginative e concettuali nitide e incisive.

Considerando comunque la genialita’ come un aspetto fondamentale della creativita’, che invece ha uno spettro semanitico assai piu’ ampio, e’ possibile ammettere che in alcune persone dotate di particolari doti di genialita’, si evidenzi una peculiare attivita’ di connessioni sub-corticali che generano peculiari livelli di integrazione delle aree cerebrali superiori , favorendo combinazioni “innovative ” di concetti già acquisiti, capaci di modificare il punto di vista tradizionale delle piu’ antiquate acquisizioni mentali, permettendo in tal modo di intravedere e prevedere nuove soluzioni .

“Genio e sregolatezza” e’ infatti stato considerato un binomio interpretativo della genialita’ individuale, fin dalle piu’ antiche epoche dello sviluppo delle conoscenze umane. Certamente la creatività cosciente deve prima o dopo superare i processi selettivi dovuti al riconoscimento storico-sociale della genialita’ individuale o di gruppo, ottenibile mediante la combinazione logiche integrate della innovazione con la storia evolutiva delle conoscenze; pertanto la genialità di un individuo non trova corrispondenza con la casualita’, poiche’, anche se non e’ espressa con immediatezza dall’ artista o scienziato, essa ha comunque un valore di anticipazione cosciente delle necessita’ creative storicamente emergenti che sono in relazione allo sviluppo e che pertanto necessitano di una re-interpretazione delle conoscenze precedentemente acquisite.

Oggigiorno vivendo nel quadro di un profondo cambiamento della societa' industriale, in cui il rischio maggiore e rappresentato dalla conservazione di idee concetti e metodi organizzativi e di apprendimento tradizionali, la attesa di innovazione e’ di conseguenza assai piu’ elevata che nel passato; cio’ acuisce la necessita’ di accrescere la creativita’ di sistema, sia individuale che di gruppo.

Lo sviluppo contemporaneo del pensiero creativo dipende quindi sostanzialmente dalla possibilita’ di diminuire le barriere del conformismo nonche’ di una educazione sostanzialmente trasmissiva di obsolete concettualita’ in quanto esse corrispondono ad una condizione limitante la emergente creativita’ storico-sociale, che altresì puo’ evolversi favorendo una ampia “condivisione di conoscenze innovative”.

Quest’ultima necessita’ di una notevole capacita' di accettazione individuale e collettiva del diverso, anche di chi presenta un pizzico di follia o crede in idee considerate utopiche, proprio al fine di poter utilizzare con pienezza delle opportunita’ e approcci innovativi generabili dalle risorse umane, capaci nel loro complesso di contribuire a costruire una visione comune di obiettivi e strategie progettuali, basata su prospettive creative finalizzate ad anticipare i bisogni economici sociali ed ambientali contemporanei, producendo al contempo iniziative innovative adeguate ad una nuova tipologia di un futuro sviluppo globale.

Internet è un medium, modifica i sistemi della comunicazione che sono cosi decisivi per la effettiva ed efficace espressione della “creativita’ condivisa”; pertanto la messa a punto di strumenti di comunicazione interattiva permette oggigiorno lo sviluppo della “Creatività Digitale”, che in vero attualmente sono ancora resi troppo poco persuasivi e pervasivi, al fine di effettuare una progettualità organizzata nell’ambito di una comunicazione interattiva e finalizzata a ridefinire quelle forme della produzione cognitiva e culturale che saranno quelle piu’ proprie della futura “Economia della Conoscenza”.

Certamente nel quadro di sviluppo della “Creatività Digitale”, il concetto stesso di creativita’ viene rivisitato in condizioni storico-evolutive piu’ avanzate, innanzitutto perche’ tende a modificarsi il concetto antiquato di “apprendimento trasmissivo” ottenuto mediante la comunicazione generata da un soggetto attivo, creatore del messaggio, verso una moltitudine passiva, soggetta ad istruzione conseguentemente al trasferimento di conoscenze prestabilite e storicamente consolidate.

Il valore socio-economico della “Creatività” e attualmente riorganizzabile nel quadro della comunicazione in internet, e pertanto si modifichera’, se pur gradualmente, dal momento che diverremo tutti soggetti interattivi, per costruire una nuova modalità di integrare significati e relazioni, al fine di generare una nuova comprensione evolutiva di un mondo globalizzato basato su una ampia comunicazione interattiva e proattiva di conoscenze innovative condivise e di modelli di sviluppo alternativi ma complementari.

brain scan
18. PRIONI REPLICANTI E MEMORIA

Nella evoluzione degli esseri viventi la crescita della complessita’ corrisponde di fatto ad una migliore utilizzazione della traccia di tutte le forme precedentemente sperimentate di co-operazione molecolare che hanno dato origine alla vita. (RING-EVOLUTION)

La organizzazione molecolare si e’ infatti sviluppata in modo tale da poter migliorare l’adattamento ai cambiamenti dell’ ambiente ed infine riuscendo a realizzare le modificazioni dell’ ambiente per adattarle alla proprie forme di vita piu’ evolute. In tal senso il processo evolutivo delle specie viventi ha quindi generato una sempre piu’ ampia capacita di apprendimento che oggi possiamo iniziare ad analizzare piu’ coscientemente cercando di comprenderne le radici di livello molecolare, e cio risulta oggi possibile facendo particolare attenzione alla organizzazione bio-chimica del ciclo metabolico delle cellule neuronali.

Come tutte le alte cellule eucariotiche i neuroni cerebrali nel loro metabolismo sintetizzano proteine codificate dal Ribosoma secondo le istruzioni prelevate dal codice genetico e ciclicamente le degradano per tramite la corrispondente struttura detta, Proteosoma la quale le frammenta con metodi enzimatici tagliandole in Peptidi di sequenza definita ed in amminoacidi liberi ottenuti per idrolisi chimica. Questa degradazione sequenziata del turnover proteico, non e’ del tutto casuale proprio in quanto permette l’ evolversi del sistema metabolico ordinando ed integrando un primordiale sistema di crescita proteica, di origine pre-biotica, basato un sistema di polimerizzazione proteica, che in particolare si suppone permetta alla cellula neuronale di creare le basi molecolari di codificazione delle memorie, e cioe’ i mattoni ovvero le lettere molecolari, che successivamente possono essere assemblate dal sistema cerebrale permettendo ad un ordine superiore di sintesi di realizzare la significazione mnemonica che e’ alla base di ogni sistema di apprendimento.

La polimerizzazione della degradazione proteica si basa su la presenza di un “Iniziatore”; vari ricercatori presumono che i Prioni Comuni (PrC) ( ovvero altre proteine similari), possano fornire l’ innesco per dare inizio ad un sistema di polimerizzazione graduale e controllata da Terminators capaci di interagire reversibilmente ( ?rev.? ), agendo da enzimi regolatori dello sviluppo della espressione di una catena polipeptidica , che si sviluppa sulla base di un modello di crescita che abbastanza similare nel procedimento al quello noto come “Polimerizzazione Radicalica Vivente“. Seguendo un simile modello e possibile infatti generare una sequenza proteica non piu esclusivamente dipendente dalle informazioni genetiche e che pertanto permette di codificare, a livello molecolare, le basi di espressione delle relazioni cerebrali con l’ambiente generando una capacita di crescita creativa di indole epigenetica dei sistemi viventi cerebralmente piu’ evoluti. La sequenza di codificazione e’ ipotizzabile svilupparsi nel modo seguente:


PrC (innesco) + P (Peptide) = PrC-P * ( sezione polimerica (*) attiva)

La attivazione del complesso (*) puo essere generata da l’accoppiamento con uno ione metallico (es. il Calcio Ca++ binding loop), la metallo proteina forma un legame di bassa affinita’ che si annulla con la reazione l’enzima di terminazione (T), e reversibilmente si dissocia in conseguenza di condizioni di cambiamento della reattività cellulare.

La reversibilità (?rev.? ) della reazione terminale permette di conseguenza un procedere della auto-replicazione della catena peptidica generando “codici proteici replicanti” (Repliconi), entro una serie crescente di sequenze regolate da condizioni che riflettono le relazioni con l’ ambiente esterno, le quali sono causate alle variazioni delle concentrazioni di neurotrasmettitori agenti alle sinapsi, che in sostanza modificano gli equilibri di reattivita’ del sistema cellulare neuronico.

Cosi si puo’ procedere alla creazione di molteplici forme codificate come schematicamente ad es:


PrC-P* +P = PrC-P-P* +T ?? (1)- PrC-P-PT

PrC-P-P* +P = PrC-P-P-P* +T ?? (2)- PrCP-P-P-PT


ecc…………….ecc……………………ecc…………… ecc………………

e cosi via, fornendo tutta una serie di sequenze codificanti stabilizzate da TERMINATORS che ne modulano la progressiva replicazione.

Queste basi peptidiche prodotte da un sistema polimerico codificante, rappresentano le sub-unita' conformazionali che a livello molecolare possono essere utilizzate dal sistema cerebrale come struttura elementare della memorizzazione e dell’apprendimento, al fine di sviluppare una comprensione delle relazioni di un organismo evoluto con l’ambiente; quindi si presume che il sistema codificante divenga piu evoluto e complesso in relazione sistemi viventi quali l’uomo piu’ capaci di interagire creativamente nell’adattamento ma ancor piu nella propria funzione di modificazione dell’ambiente esterno eseguita secondo le proprie finalita’ epigenetiche che by-passano la informazione geneticamente codificata nel DNA.

mucca pazza
Questa ipotesi di ricerca consegue agli studi del Prione “Pr.SC” patologico, sigla con la quale si indicano i Prioni provenienti dalla encefalopatia spongiforme bovina, che una volta insediati nel cervello umano determinano la sindrome di Creutzfeldt-Jakob, meglio nota come malattia della Mucca Pazza. Infatti si ritiene che se il Prione patologico si sostituisce nella costruzione della catena polimerica al posto del prione sano PrC naturale, tale sostituzione vada ad impedire il controllo del Terminator nel realizzare la sequenza polipeptidica codificante, che ormai priva di controllo continua a polimerizzare includendo e trasformando anche la configurazione dei prioni sani fino a creare delle estese placche polimeriche, le quali non essendo piu riconvertibili dalla azione decodificante del Proteosoma provocano la progressiva morte delle cellule neuronali. Pertanto, in via del tutto generale, anche da questa breve analisi cognitiva, diviene importante comprendere che quando il sistema immunitario del sistema nervoso non riesce a generare anticorpi per difenderci dagli agenti esterni, in quanto essi spesso sono stati provocati dalla nostra stessa specie umana nel quadro della propria azione di trasformazione della natura, diventa fondamentale e decisivo fare ulteriore ricorso alla creatività evolutiva di cui siamo dotati.

Isaac Newton


If I have seen further than others, it is by standing upon the shoulders of giants.
~Isaac Newton


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