Gelotologia, o la risata come terapia
Si chiama gelotologia ovvero lo studio del riso, ed è una nuova materia specifica della scienza. Per quanto non si lasci facilmente vestire di pomposità accademica, ha, per esempio, ridotto la necessità di consumare antidepressivi e ha dato risultati in vari campi medici. Tra l’altro, il riso simulato spinge il corpo a reagire esattamente come se la risata fosse reale e, a seguito dell’effetto contagio, diventa reale.
Oggi, sempre più spesso si sente parlare di comicoterapia, “terapia della risata” o in modo più raffinato di gelotologia (dal greco ghelos, risata) che è appunto lo studio metodologico del ridere in relazione alle sue potenzialità terapeutiche.
Questo tipo di approccio curativo si va in effetti diffondendo lentamente in tutto il mondo a partire dalla sua nascita, negli anni Ottanta del Novecento a New York. Fu proprio negli Stati Uniti infatti che apparvero i primi dottori-clown, in conseguenza soprattutto di due esperienze dirette pilota che diedero notorietà e basi scientifiche a questa terapia.
Una di queste vicende è la nota odissea terapeutica del giornalista Norman Cousins, resa pubblica grazie a un suo libro-testimonianza, che stimolò notevolmente le ricerche nel campo della psiconeuroendocrinoimmunologia. Cousins, ammalatosi di spondilite anchilosante (infiammazione cronica alla colonna vertebrale -- di cui soffro anch'io), con una prospettiva di vita piuttosto scarsa, ottenne in un solo anno una guarigione considerata impossibile grazie a forti “dosi” quotidiane di film comici e consistenti quantità di vitamina C. Investito, in seguito a questa guarigione, della laurea honoris causa, ebbe così quel riconoscimento scientifico che fu la base di ulteriori ricerche in ambito terapeutico.
Il dott. Hunter Patch Adams (da cui il film con Robin Williams, 1998) è stato, invece, l’interprete dell’altra splendida esperienza di vita che ha aperto le strade al recupero della risata in veste curativa. Medico e clown, convinto cultore di questa visione, Adams è infatti arrivato nel tempo ad edificare addirittura l’Istituto Gesundheit, una clinica nel West Virginia dove sono state curate gratuitamente più di 15.000 persone con l’aiuto complementare della terapia del sorriso.
I risultati delle esperienze ospedaliere di comicoterapia sono stati sin dall’inizio molto incoraggianti. Una ricerca condotta all’interno del New York Presbiterian Hospital ha comprovato una diminuzione della degenza ospedaliera di circa la metà e un calo dell’uso di anestetici del 20%. Ma allora ridendo che cosa accade all’organismo?
Secondo gli esperti medici di terapia della risata, ridere provoca:
1) l’aumento dell’ossigenazione del sangue;
2) il ricambio della riserva d’aria presente nei polmoni;
3) la stimolazione della produzione di serotonina;
4) la stimolazione della produzione di endorfine;
5) la stimolazione della produzione di anticorpi;
6) l’aumento dell’irrorazione sanguigna degli organi interni (grazie al massaggio prodotto dai movimenti diaframmatici);
7) l’aumento dell’irrorazione sanguigna dell’epidermide e dei muscoli facciali;
8) il miglioramento del tono muscolare addominale;
9) il miglioramento dell’autostima;
10) l’aumento delle “energie psichiche”;
11) la neutralizzazione degli effetti dello stress;
12) la neutralizzazione degli effetti dell’ansia;
13) lo sviluppo di una maggiore predisposizione ai rapporti sociali.
È importante qui sottolineare il punto 3. Infatti, una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Nature Genetics e condotta nel North Carolina, ha confermato che gioia e rabbia, memoria e capacità di comprensione sono strettamente correlati ad alcuni neurotrasmettitori come la dopamina e la serotonina. Questi, a loro volta, sono in un certo senso in relazione con la durata stessa della vita media, secondo la loro maggiore o minore presenza e funzionalità.
E nella società contemporanea non si può certo dire che le risate abbondino...
Uno studio statunitense (purtroppo non trovo molti altri studi altrove) ha rilevato come negli anni Cinquanta le persone ridessero in media dai 45 ai 60 minuti al giorno contro i 15 minuti odierni.
La risata ha quindi un potere protettivo e rinforzante del sistema immunitario, riduce l’ansia e provoca la secrezione di beta-endorfine e catecolamine che sono analgesici naturali apportatori di sensazioni di benessere.
In pazienti ammalati di cancro si è rilevato un aumento delle cellule T e delle natural killer (NK), importantissime per contrastare tale patologia così come le infezioni virali, proprio grazie al ricorso alla terapia del sorriso. Una ricerca della Indian State University dal titolo “L’effetto della risata sullo stress e la citotossicità della cellula natural killer” conferma l’incremento dell’attività delle “cellule assassine” in seguito ai miglioramenti dell’umore.
Tant’è che in Sudafrica, ad esempio, negli ospedali esistono appositi reparti per i malati di cancro dove si applica la terapia del riso.
Un altro uso che si va diffondendo, oltre quello di aiuto nei reparti pediatrici, è la cosiddetta “comicoterapia in sala d’aspetto”, che è in grado di dissolvere la tensione e la paura in pazienti in attesa di esami diagnostici invasivi. Anche questa applicazione ha avuto risultati straordinari.
Un’ultima interessante applicazione di questa cura e attività di prevenzione è quella delle malattie cardiovascolari. Infatti uno studio (statunitense, appunto!) condotto a Baltimora dall’Università del Maryland e presentato a Orlando in Florida all’inizio del 2005, in occasione del convegno annuale dell’American College of Cardiology, uno degli appuntamenti abituali più importanti per i cardiologi di tutto il mondo, ha comprovato che la risata è in grado di aumentare l’espansione del rivestimento interno dei vasi sanguigni (endotelio) esattamente come succede con l’esercizio fisico.
Infatti, gli impulsi piacevoli che produce la risata arrivano alla corteccia cerebrale da dove sono inviati al sistema limbico e all’ippocampo che a loro volta risvegliano la produzione di endorfine, cioè i mediatori chimici responsabili dello stato di eccitamento. Questi mediatori agiscono direttamente sull’endotelio favorendone la dilatazione. In questo modo si attua una prevenzione dell’aterosclerosi e si riducono i rischi di infarto e ictus.
La dilatazione è stata comprovata misurando con gli ultrasuoni il flusso del sangue nell’arteria del braccio di venti volontari sottoposti alla visione di un film comico. Tutti, tranne uno, alla fine della proiezione hanno mostrato appunto arterie rilassate e un aumento del flusso di circa il 22% e questo anche ancora 45 minuti dopo la fine del film.
Praticamente le modificazioni fisiologiche apportate da una sana serie di risate sono paragonabili a quelle che si hanno come conseguenza di un’attività aerobica, tuttavia senza gli effetti “indesiderati” che tali attività spesso comportano come tensioni muscolari, indolenzimenti e dolori.
Per concludere, che dire? Dopo queste informazioni, il primo pensiero che si sarà affacciato alla mente di molti è sicuramente il rammarico per le risate perse e per la nociva seriosità dominante in un mondo pieno di oggetti ma carente di gioia, salute e benessere. Il secondo, però, potrebbe benissimo essere quello di fare meglio d’ora in poi, di crearsi spesso le condizioni per ridere con gusto e maggiore consapevolezza, in barba agli uomini grigi e acciaccati che corrono indaffarati nelle metropoli del pianeta.
QUINDI:
~Ridere sulla giornata che viene, ridere sulla giornata che va...
~Un’antica tecnica zen sempre buona: la mattina appena sveglio concediti 5 minuti per ridere; alla sera l’ultima cosa prima di stenderti nel letto, concediti 5 minuti per ridere.
Allora, gli effetti psicologici e biologici del riso sono tutti positivi. Abbiamo visto infatti come ridere sia un esercizio muscolare e respiratorio, che permette un fenomeno di purificazione e liberazione delle vie respiratorie superiori.
Ridere può in effetti far cessare una crisi di asma, provocando un rilassamento muscolare delle fibre lisce dei bronchi, per azione del sistema parasimpatico.
Per coloro che soffrono di enfisema, ridere, provocando l'aspirazione dell'aria, migliora l'insufficienza respiratoria.
L'aumento degli scambi polmonari tende ad abbassare il tasso di grasso nel sangue, promuovendo un effetto benefico sul colesterolo.
Quando noi ridiamo, tutto il nostro corpo ride e si rilassa.
Da quando si inizia a ridere, il cuore e la respirazione accelerano i ritmi, la tensione arteriosa cala e i muscoli si rilassano.
Si può affermare quindi che il riso ha un ruolo di prevenzione dell'arteriosclerosi.
Ridere inoltre possiede una funzione depurativa dell'organismo per espulsione dell'anidride carbonica, e permette un miglioramento delle funzioni intestinali ed epatiche.
Ridere combatte la stitichezza perché provoca una tale ginnastica addominale che rimesta in profondità l'apparato digestivo.
Sullo stato generale di salute, ridere combatte la debolezza fisica e mentale: la sua azione infatti causa una riduzione degli effetti nocivi dello stress.
Ridere calma il dolore, in quanto distrae l'attenzione da esso (calma temporanea) e quando lo stesso dolore riappare non ha più la stessa intensità. Ridere è un primo passo verso uno stato di ottimismo che contribuisce a donare gioia di vivere, e quindi ha delle proprietà antidepressive.
Anche l'insonnia passa, perché ridere diminuisce le tensioni interne. Ridere è il mezzo più sano per vivere meglio e più a lungo possibile sfidando le frustrazioni della vita.
AUTOIRONIA
E' anche importante saper ridere di se stessi, se si vuole raggiungere un certo equilibrio interiore.
RIDERE DI SE STESSI
«Beati quelli che sanno ridere di stessi, perché non finiranno mai di divertirsi».
E ancora: «Beati quelli che sono abbastanza intelligenti per non prendersi sul serio; saranno apprezzati dai loro vicini».
Conoscendo con fine acume l'indole umana, Thomas More, cancelliere di Enrico VIII nell'Inghilterra del 1530, poteva argutamente snocciolare una sua sequenza di consigli per Ia conquista di un po' di beatitudine.
«Beati quelli che sanno distinguere una montagna da un ciottolo, perché eviteranno molti fastidi», continuava l'insigne umanista inglese, poi condannato a morte dal suo re.
Sapeva infatti che la vita non è priva di asperità, ma che molte sofferenze sono causate agli uomini e alle donne dai guai e dalle preoccupazioni che essi stessi improvvidamente si creano.
Ma come fare? Il coraggio, come precisava il Manzoni ne I Promessi Sposi, uno non se lo può dare. Altrettanto può valere per il buonumore. Chi vede nero, vede nero, altro che lato comico dell'esistenza.
Ecco perché, riguardo alla risata come medicina, fa le sue distinzioni lo Psicoterapeuta Francesco Dragotto - distaccandosi dall'interpretazione... statunitense:
Ride bene chi ride dal profondo - afferma - Il sorriso forzato è un mostrare i denti. Io ho avuto un paziente che aveva fatto corsi di psicologia comportamentista molto americanizzata, in cui gli avevano insegnato a tirar fuori in ogni occasione, sempre e comunque, il lato positivo. Alla fine è crollato, perché non si può ridere senza aver risolto i problemi. Non si può ridere con la bocca quando gli occhi restano freddi.
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