i-DIO-zie: Dio non è grande... e nemmeno esiste

DIO NON E’ GRANDE - DI CHRISTOPHER HITCHENS

Copertina dell'edizione italiana

Si potrebbe tranquillamente definire Dio non è grande di Christopher Hitchens (Einaudi, 270 pagine) la nuova e definitiva ‘Bibbia degli Atei’, se l’autore, come l’ateo in genere, non dimostrasse così marcatamente - e coerentemente - la più totale ripulsa per libri definiti ’sacri’.

L’argomento che lo studioso e giornalista inglese affronta in questo pamphlet non prevede possibilità di replica, poiché è vero, com è vero, che il protagonista dello scritto (Dio, Allah, Buddha o comunque lo si voglia chiamare) non solo non è grande nel senso religioso del termine, ma sicuramente non esiste. Viaggiatore e curioso esploratore di nazioni e religioni ad esse collegate, Hitchens (che ha studiato tutti i libri sacri disponibili ed ascoltato le tradizioni orali dei credenti là dove ancora non c’è traccia di parola scritta) annienta, attraverso argute e verificate asserzioni, il mito di un dio che ci abbia creato, che guidi le nostre esistenze e che ci attenda, per giudicarci, nel momento estremo del nostro percorso.

Questo dio un po’ pasticcione ma più spesso spietatamente barbaro, che con la sua dittatura governa con braccio di ferro i popoli del mondo (o la stragrande maggioranza di essi) è, naturalmente, invenzione umana. E umane sono le invenzioni dell’Antico Testamento (il padre di tutti i testi fondamentalisti), tutte le gesta del Nuovo, del Corano, delle sacre scritture buddiste, rilette da Hitchens in maniera assai accurata, analizzate, sviscerate e, inevitabilmente, stroncate.

Eccezionali sono i capitoli dedicati alla troppo evidente similitudine fra le tre grandi religioni monoteiste (con Maometto che copia Gesù e viene imitato dal Buddha) e, appunto, alle loro Scritture: si pensi che intere parti della Bibbia sono state travasate pari pari dagli scribi del Corano e lo stesso dai monaci amanuensi tibetani per l’Illuminato, dando l’impressione, se non proprio di aver commesso errori ’strutturali’ nella copiatura pedissequa, di una totale mancanza di fantasia degli ‘autori’ di questi altri libracci sacri.

Ma, naturalmente, nemmeno la Bibbia è priva di strafalcioni, specie là dove i quattro evangelisti riportano nelle loro allucinate composizioni, differenti versioni di un identico fatto (es. l’emoraissa che per Luca è salvata dalle sue pene da un Cristo misericordioso e che in Giovanni viene dal Salvatore scacciata come infetta) o l’assurdità di avere in Giuda il traditore conclamato quando il Messia era conosciuto persino dai maiali da cortile più ottusi, tanto predicava in ogni dove in terra di Cisgiordania.

Poi Maometto, che nel Corano viene presentato come analfabeta e al quale Allah spedisce le tavole delle leggi, di modo che lui, ANALFABETA, le legga ai suoi concittadini. E poi Buddha, che levita ogni due minuti e non tollera atti di esibizionismo… E poi tutti i racconti di ogni nefandezza commessa nei secoli in nome di queste fedi bugiarde (bellissimo il capitolo dedicato al ridimensionamento della figura di Gandhi, conosciuto ai più come icona della non violenza ma, in realtà, mandante di più omicidi nell’India post-coloniale).

Dio non è grande è un libro importante e divertente. Ma anche triste poiché, terminata la sua lettura, ci si rende conto della cieca brutalità orrendamente insita nella natura umana e della condizione solitaria di noi tutti nello sterminato universo.




Sicuramente da leggere (e che io ho già letto in originale inglese) appena esce in Settembre 2007, è l'ultimo libro del biologo Richard Dawkins:

Richard Dawkins
L'ILLUSIONE DI DIO
[The God Delusion]

Richard Dawkins

Casa editrice: Mondadori
Collana: Saggi
Anno pubblicazione: 2007
Genere: filosofia
Volumi: 1 -- Pag: 368


Descrizione:

Richard Dawkins è uno dei più famosi scienziati di oggi e uno dei più strenui difensori della teoria darwiniana della selezione naturale, a cui ha dedicato libri di enorme successo, a partire da Il gene egoista fino a Il racconto dell'antenato. Ma Dawkins, indicato recentemente come uno dei tre intellettuali più influenti del mondo, è anche un ateo convinto, e non ha nessuna intenzione di nasconderlo. La tesi di questo suo nuovo libro, che ha suscitato un enorme clamore nel mondo anglosassone e ha generato un dibattito accesissimo, è molto semplice: Dio non esiste e la fede in un essere superiore è illogica, sbagliata e potenzialmente mortale, come millenni di guerre di religione e la recente minaccia globale del terrorismo fondamentalista islamico dimostrano ampiamente. Agli occhi di Dawkins, ogni religione condivide lo stesso errore fondamentale, vale a dire l'illusoria credenza nell'esistenza di Dio, e, con essa, la pericolosa sicurezza di conoscere una verità indiscutibile perché sacra. Con il suo stile efficacissimo, sviluppando in dettaglio una grande quantità di argomenti, Dawkins ha scritto un manifesto di orgoglio intellettuale contro tutte le fedi e un attacco in piena regola a ogni forma di credenza religiosa, senza, tuttavia, cadere nella sterile polemica e nella contrapposizione dogmatica. Un saggio esplosivo, che affronta con il rigore del ragionamento scientifico una materia delicata e incandescente, prendendo in modo risoluto una posizione controversa.




~Dal sito fhm.it, un opinione su quest'opera....

Ai miei amici credenti vorrei suggerire la lettura di quel libro fondamentale che è The God Delusion di Richard Dawkins.

(Lo vorrei suggerire anche ai miei amici non credenti, anche se li avverto che potrebbe far loro lo stesso effetto che fa a me: un’opera di rara intelligenza, impegno, profondità e saggezza - certo; ma ero già d’accordo con tutto. Non so se leggere un libro di cui si condivide ogni riga è poi tanto una buona idea, forse avrei fatto meglio a leggere un saggio sul disegno intelligente, pur con la ragionevole sicurezza di incazzarmi continuamente.)

Se ne trova tra le tante questa perla (spero che quando tradurranno il libro si troverà il modo di fare una traduzione migliore della mia):

    Si può sostenere che il Dio dell’Antico Testamento sia il più sgradevole personaggio di tutta la letteratura: geloso e fiero di esserlo; meschino, parziale, spietato, maniaco del potere e del controllo, incapace di pietà; vendicativo e assetato di sangue, incline alla pulizia etnica; misogino, omofobico, razzista, infanticida, genocida, filicida, megalomane, pestilenziale, sadomasochista, un bullo capriccioso e cattivo.

Per essere onesti, va detto che Dawkins ammette che tale dio è di gran lunga un bersaglio troppo facile. Esercitare la propria penna contro una tale carogna è un esercizio fin troppo futile per chiunque, figuriamoci un calibro come Dawkins. Il libro è più ambizioso di così: vuole scardinare dalle fondamenta qualsiasi idea di persona trascendente e sovrannaturale.

Waldo Emerson, citato in un exergo, ci mette un fulminante: La religione di una civiltà è l’intrattenimento letterario della successiva. Siamo alle prese con una Bibbia non ancora assurta allo status di intrattenimento - eppure il mondo negli ultimi diciamo quattro millenni avrebbe offerto qualche spunto in tale direzione.

Non sarebbe tanto utile comunque riporre la Bibbia in qualche cassetto per tirar fuori qualche nuovo Profeta, magari un po’ meno oscenamente antiquato e un po’ più dandy di così. In fondo le vaghezze del calderone New Age altro non son state che uno scaldino per gli animi fragili incapaci da un lato di digerire un dio barbuto e crudele - ma anche incapaci d’altra parte di farne proprio del tutto senza.

C’è un punto in particolare che Dawkins tiene a sottolineare, e che fa da premessa a tutto il lume del libro: non si intende accordare al sacro un rispetto di natura speciale, o meglio, citando Mencken, “dobbiamo rispettare la religione dell’altro, ma solo nel senso e nei limiti in cui rispettiamo la sua teoria per cui sua moglie è bella e i suoi figli intelligenti.”

Se si parte da questa premessa, e si ragiona in modo rilassato, il filo del libro appare necessario. Se leggo qualcosa sul disegno intelligente, voi (amici credenti in un dio più o meno barbuto), leggerete Dawkins?


[pare di no: il documentario di Dawkins dallo stesso titolo, è stato censurato in Italia, nazione cattolica... ah, ah ahaaaaaa!!!! Ma lo si può vedere in originale inglese con sottotitoli -- clicca qui per ulteriori informazioni]

~Vedi anche quest'altra interessante opinione, da cadavrexquis (dicembre 2006):
-----Parte I
-------Parte II


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