~ Citazioni & Poesie di Pasternak

Boris Leonidovich Pasternak (1890 - 1960)
Scrittore russo, Premio Nobel per la letteratura 1958

Baris PasternakIo non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti o che non hanno mai inciampato. A loro non si è svelata la bellezza della vita.

L'uomo è nato per vivere, non per prepararsi a vivere.

L'arte non è pensabile senza rischio e sacrificio spirituale di sé.

Sei l'ostaggio dell'eternità, un prigioniero del tempo.

La politica non mi dice niente. Non amo le persone insensibili alla verità. (da Il dottor Zivago)

Vivere significa sempre lanciarsi in avanti, verso qualcosa di superiore, verso la perfezione, lanciarsi e cercare di arrivarci. (da Il dottor Zivago)

L'arte [...] è una spugna [...] deve succhiare e lasciarsi impregnare [...]. Deve sempre essere in mezzo agli spettatori e guardare ogni cosa con una purezza, una ricettività, una fedeltà sempre più grandi. (da Alcune posizioni)

L'arte è realistica come l'attività, e simbolica come il fatto. (da Il salvacondotto)




    FEBBRAIO

    Febbraio. Prender l'inchiostro e piangere!
    Scrivere di Febbraio a singhiozzi,
    finchè il tempo piovoso scrosciante
    brucia come una fosca primavera.

    Prendere una carrozza. Per sei soldi
    fra scampanio e stridere di ruote
    recarsi là dove la pioggia torrenziale
    strepita più che lacrime ed inchiostro.

    Dove, come pere incenerite,
    dagli alberi mille cornacchie
    cadranno nelle pozze rovesciando
    una secca mestizia sul fondo degli occhi.

    Nereggiano di sotto gli spazi disgelati,
    e il vento e solcato dai gridi,
    e quanto più a caso, tanto più esattamente
    si compongono i versi a singhiozzi.


    POESIA D'AMORE

    Nessuno sarà a casa
    solo la sera. Il solo
    giorno invernale nel vano trasparente
    delle tende scostate.

    Di palle di neve solo, umide, bianche
    la rapida sfavillante traccia.
    Soltanto tetti e neve e tranne
    i tetti e la neve, nessuno.

    E di nuovo ricamerà la brina,
    e di nuovo mi prenderanno
    la tristezza di un anno trascorso
    e gli affanni di un altro inverno,

    e di nuovo mi tormenteranno
    per una colpa non ancora pagata,
    e la finestra lungo la crociera
    una fame di legno serrerà.

    Ma per la tenda d'un tratto
    scorrerà il brivido di un'irruzione .
    Il silenzio coi passi misurando
    tu entrerai, come il futuro.

    Apparirai presso la porta,
    vestita senza fronzoli, di qualcosa di bianco,
    di qualcosa proprio di quei tessuti
    di cui ricamano i fiocchi.


    NELLA NEBBIA E NEL GELO

    Nella foschia dell'alba fredda il sole
    sta come un palo di fuoco nel fumo.
    Come in una pellicola sfocata,
    anch'io sono per lui poco visibile.

    Finchè il sole non esce dalla nebbia
    sfolgorando sul prato oltre lo stagno
    gli alberi non possono discernermi
    nella lontananza della riva.

    Il viandante si riconosce dopo
    che è passato, sparendo nel nebbione.
    Ho la pelle d'oca, il gelo, l'aria
    è falsa come un velo di roseto.

    Cammini sulla brina del sentiero
    come su un impianto di graticci.
    Non ne può più la terra di gelare
    e respirare foglie di patate.


    * * *

    [senza titolo]

    In ogni cosa ho voglia di arrivare
    sino alla sostanza.
    Nel lavoro, cercando la mia strada,
    nel tumulto del cuore.
    Sino all'essenza dei giorni passati,
    sino alla loro ragione,
    sino ai motivi, sino alle radici,
    sino al midollo.
    Eternamente aggrappandomi al filo
    dei destini, degli avvenimenti,
    sentire, amare, vivere, pensare
    effettuare scoperte.



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