LO HUMOUR IN MATERIA DI CRISTOLOGIA

Come la melanconia è la tristezza divenuta leggera, così lo humour è il comico che ha perso la pesantezza corporea e mette in dubbio l'io e il mondo e tutta la rete di relazioni che li costituiscono. ~Italo Calvino

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Da bambini, credevate a Babbo Natale o a Gesù Bambino?

Cominciamo da Babbo Natale. Tempo fa un amico mi diceva che la posizione dell'agnostico è assurda: sosteneva, infatti, che sospendere il giudizio sull'esistenza di Dio fosse tanto ridicolo quanto sospenderlo sull'esistenza di Babbo Natale; chi ne affermava l'esistenza, doveva provarlo. Fino ad allora, l'atea fede nella "non esistenza" era pienamente giustificata.

L'argomento non mi convinse. Giustamente l'onere della prova dell'esistenza di Dio spetta ai credenti, ma convinto assertore quale sono della necessità di sospendere il giudizio su tale esistenza, ritengo che il mio amico sia caduto nella fallacia logica della petitio principi -- che consiste nell'assumere come premessa ciò che si deve dimostrare (come fece la matricola citata da Smullyan che scrisse "Dio deve esistere, perché non sarebbe così meschino da farmi credere che esiste se non esistesse davvero!"). E' il termine di paragone, qui, a dare credibilità all'argomento. Poiché da una certa età in poi l'esistenza di Babbo Natale si ritiene falsa con una probabilità prossima al 100%, un ateo ha buon gioco a proporla come termine di paragone con l'esistenza di Dio. Ma allo stesso modo un credente potrebbe dire che sospendere il giudizio sull'esistenza di Dio sarebbe ridicolo quanto sospenderlo sull'esistenza dell'aria, che c'è ma non si vede.

L'errore commesso sarebbe lo stesso. I due stanno semplicemente cercando di dimostrare che l'entità X esiste o no scegliendo un termine di paragone che, popolarmente, si sa essere esistente o no. I tratti del termine di paragone vengono poi accuratamente selezionati per presentare solo quelli che hanno qualche collegamento con Dio; dunque di Babbo Natale si dice essere prodotto di un pio desiderio dei bambini, e dell'aria si dice essere invisibile fonte di sostentamento - ma si evita di dire che l'esistenza di Babbo Natale è fisicamente impossibile con le proprietà che gli vengono attribuite (capacità di volare trainato da renne volanti) mentre un Dio trascendente non viola alcuna legge fisica; né dell'aria si dice che è rilevabile da rigorosi mezzi scientifici a differenza di quanto lo sia Dio.

Molti atei sono anche convinti sostenitori dell'inesistenza storica di Gesù (sin da Bambino). A questo proposito non citerò gli studi a favore o contro questa posizione, ma mi limiterò a citare la riflessione che Umberto Eco mette in bocca ad uno dei personaggi de La misteriosa fiamma della Regina Loana, Gragnola:

Gesù è l'unica prova che almeno noi uomini sappiamo essere buoni. A dirtela tutta, non sono sicuro che Gesù fosse il figlio di Dio [...]. Non sono neppure sicuro che Gesù sia davvero esistito. Forse lo abbiamo inventato noi, ma proprio questo è il miracolo, che ci sia venuta in mente una idea così bella. O forse è esistito, era il migliore di tutti, e diceva di essere figlio di Dio per buon cuore, per convincerci che Dio fosse buono.


Per convincersi che si tratta dello stesso pensiero di Eco, basta andare a rileggersi il bel dialogo tra lo scrittore alessandrino e Carlo Maria Martini pubblicato su liberal e ripreso su In cosa crede chi non crede? (Atlantide, 1996). L'invito di Eco al cardinale di Milano è appassionato:


Cerchi [...] di accettare anche per un solo istante l'ipotesi che Dio non sia: che l'uomo appaia sulla Terra per un errore del caso maldestro, consegnato alla sua condizione di mortale, non solo, ma condannato ad averne coscienza, e sia perciò imperfettissimo tra tutti gli animali (e mi consenta il tono leopardiano di questa ipotesi). Quest'uomo, per trovare il coraggio di attendere la morte, diverrebbe necessariamente animale religioso, e aspirerebbe a costruire narrazioni capaci di fornirgli una spiegazione e un modello, una immagine esemplare. E tra le tante che riesce ad immaginare, talune sfolgoranti, talune terribili, talune pateticamente consolatorie, pervenendo alla pienezza dei tempi ha a un certo momento la forza, religiosa, morale e poetica, di concepire il modello del Cristo, dell'amore universale, del perdono agli nemici, della vita offerta in olocausto per la salvezza altrui. Se fossi un viaggiatore che proviene da lontane galassie e mi trovassi di fronte a una specie che ha saputo proporsi questo modello, ammirerei soggiogato tanta energia teogonica, e giudicherei questa specie miserabile e infame, che ha commesso tanti orrori, redenta per il solo fatto che è riuscita a desiderare e a credere che tutto ciò sia la Verità. [...] Ammetta che se Cristo fosse pur solo il soggetto di un grande racconto, il fatto che questo racconto abbia potuto essere immaginato e voluto da bipedi implumi che sanno solo di non sapere, sarebbe altrettanto miracoloso (miracolosamente misterioso) del fatto che il figlio di un Dio reale si sia veramente incarnato. Questo mistero naturale e terreno non cesserebbe di turbare e ingentilire il cuore di chi non crede.


Shhhhhhh!

Il mio percorso interiore mi ha portato a sostituire la ricorrenza della nascita fisica di Gesù Bambino con quella della sua immaginazione da parte degli uomini. Che seguiate la prima o la seconda interpretazione, mantenete comunque lo humour di base... please!


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