~ Vera Pavlova: poesie

Vera Pavlova è nata a Mosca il 4 Maggio 1963. Di ascendenze ebraiche (come più volte ricorda nelle sue poesie), completa i suoi studi di musica all'Accademia di Musica Shnitke, per poi dedicarsi alla formazione come compositrice, sotto la guida di Aram Khachaturian. Ha lavorato come guida al Museo Shalyapin, pubblicando anche saggi di musicologia; per circa 10 anni ha cantato nella chiesa di Polecat.

Vera ha cominciato a scrivere versi a 20 anni, pubblicando la sua prima raccolta a 24 anni, mentre era in attesa della sua seconda figlia. La prima selezione di poesie è stata pubblicata sulla rivista "Gioventù" - "Юность", e le prime note critiche sono apparse dopo la pubblicazione di 72 poesie sul giornale "Oggi" - "Сегодня" (con l'epilogo scritto da Boris Kuzminskiy), che ha dato inizio al mito che Vera Pavlova potrebbe essere un'invenzione letteraria.


    Non voglio un mattone dal tetto
    voglio morire lentamente.
    Voglio morire, osservando
    il corpo che secerne, goccia
    dopo goccia, l'esausta vita.
    Filtrarla attraverso me stessa,
    come attraverso un settaccio fine fine,
    e – dopo – sospirare sollevata
    per non aver visto nulla sul fondo.





    Uno per uno è uguale a uno
    Ne consegue che in due sei comunque
    solo
    Ne consegue che in due sei una cosa sola
    con l'altro
    Ne consegue che l'altro è solo come te.




    Tessendo l’aria con le narici
    da fitta matassa
    una tela di versi tesseva
    Achmatova.
    Comprimendo i polmoni
    li liberava dai lacci
    in un diluvio balbettante
    Cvetaeva.
    Accoppiandosi ai lessemi
    nella carezza della rusalka nuotava
    e affondava per sempre
    Pavlova.




    Vera PavlovaPerché io suprema tua morbidezza
    son fatta della tua suprema durezza:
    dalla tua costola?
    Perché nulla vi è di duro in te
    che mai non diverrebbe morbido
    in me…
    Io – tuo secondo Io.
    Tu – mio secondo Tu.
    Pronome privo
    di lunghezza e altezza
    eccitante e sola
    ampiezza,
    vastità e durata
    e candela nuziale.




    Gloria alle mani che fanno della cicatrice
    una zona erogena,
    gloria alle mani che fanno del tempio
    una casetta;
    alle mani che impartiscono ad altre mani
    una lezione di eloquenza –,
    eterna gloria alle tue mani,
    ai gomiti, agli avambracci!…




Segue qui sotto un'ulteriore selezione di poesie, tradotte dal russo liberamente e un po’ pedestremente, da Daubmir: accontentatevi, dato che c'è così poco della Pavlova in traduzione - ve la somministro sia in inglese che in italiano (una anche in francese)... per confrontare no?

Composizione eclettica per Vera Pavlova

SUN

How, when the sun first rose,
how frightened everything was.
The grass burned blue, the shadows
lay down, far from where they chose.
Whole armies of angels
demon hordes arose, took flight
in fiery whirlwinds
whirring left to right.
Now trees are blind as moles
now shrubs and grasses close their eyes
that once had razor vision and were wise.
How empty-eyed the rivers are and hills.
Now you and I we train our best
field-glasses where the sun sets, on the West.

SOLE

Quanto, appena il sole sorse,
quanto spaventate furono tutte le cose.
L’erba bruciò blu, le ombre
Si sdraiarono, lontano da dove avevano scelto.
Interi eserciti di angeli
Orde di demoni si levarono, presero il volo
In fieri vortici
Sbandando a destra e a sinistra.
Ora gli alberi sono ciechi come talpe
Ora rovi e prati chiudono quegli occhi
Che una volta furono acuti e saggi.
Ora tu ed io puntiamo le nostre lenti migliori
verso il tramonto, a Ovest.

* * *

O PAIN...

O pain, you’re
the sole proof
my body exists.
Your point made,
be gone:
I’ll never believe
the body is all
there is to me.

O DOLORE...

O dolore, sei
La sola prova
Che il mio corpo esiste.
Ora che me l’hai dimostrato,
Vattene.
Non crederò mai
Che il corpo sia tutto ciò
Che vive in me.

* * *

A PREGNANT WOMAN...

A pregnant woman in love... Never was
a story of more woe or ugliness!
Pale from longing and toxic poisoning
She roams his favorite haunts until
Suddenly sees him, and runs away
So that he doesn’t lay his eyes (so beautiful!) on her…
(My word, you wouldn’t have her kneel before him!)
And until dawn her stifled sobs will be disturbing
The placid surface of the amniotic fluids.

DONNA INCINTA...

Donna incinta in amore... Mai ci fu
Storia più miserabile e orrida!
Pallida di nostalgia e tossicità
Vaga per luoghi a lui cari finché
Improvvisamente lo vede, e scappa
Perché lui non debba posar gli occhi (così belli!) su di lei...
(parola mia, non vorrei vederla inginocchiarglisi davanti!)
E sino all’alba di lei i singhiozzi soppressi disturberanno
La placida superficie dei fluidi amniotici.

* * *

THOUGHT SURFACE...

Thought’s surface is word.
Word’s surface is gesture.
Gesture’s surface is skin.
Skin’s surface is shiver.

LA SUPERFICIE DEL PENSIERO

La supeficie del pensiero è parola.
La superficie della parola è gesto.
La superficie del gesto è pelle.
La superficie della pelle è brivido.

* * *

I THINK IT WILL BE WINTER...

I think it will be winter, when he comes.
From the unbearable whiteness of the road
he will appear as a dot so black that eyes will tear;
the dot will be approaching for a long, long time;
his absence will be commensurate with his coming,
and for the longest time the dot will stay a dot.
A speck of dust? A burning in the eye? And everywhere
there will be snow, nothing else but snow;
for the longest time there will be nothing;
then he will pull away the snowy curtain,
will acquire size and three dimensions,
will keep coming closer, closer…
That’s it, can’t get much closer, yet he keeps coming on,
by now immeasurable…

PENSO SARA' INVERNO...

Penso sarà inverno, quando verrà.
Dall’insostenibile biancore della strada
Egli apparirà come un punto così nero che gli occhi lagrimeranno;
Il punto si avvicinerà man mano, per lungo tempo;
La sua assenza sarà commensurabile al suo avvicinarsi,
E per lunghissimo tempo il punto rimarrà punto.
Un granello di polvere? Un bruciore all’occhio? E ovunque
Ci sarà neve, nient’altro che neve;
Per lunghissimo tempo non ci sarà niente;
Poi egli scosterà la tenda nivea,
Acquisterà volume e dimensione,
Verrà sempre più vicino, più vicino...
Ecco, non può venir più vicino di così, eppure continua a venire,
Ora incommensurabile.

* * *

ETERNALIZE ME...

Eternalize me just a bit:
take some snow and sculpt me in it,
with your warm and bare palm
polish me until I shine…

ETERNAMI...

Eternami appena un po’:
prendi della neve e scolpiscimi,
con il tuo palmo nudo e caldo
lustrami affinché io risplenda...

* * *

WHY IS THE WORD YES...

Why is the word YES so short?
It should be
the longest,
the hardest,
so you couldn’t rashly say it
and, upon reflection, would fall silent
in the middle of it…

PERCHE' LA PAROLA SÌ...

Perché la parola SÌ è così corta?
Dovrebbe essere
La più lunga,
la più ardua,
in modo che tu non possa dirla inavvertitamente
e, riflettendoci, possa fermarti
a metà strada e non dirla...

* * *

ONE QUARTER JEWISH

One quarter Jewish.
One half musician.
Three quarters your half.
One hundred percent who?

UN QUARTO EBREA

Un quarto ebrea.
Per metà musicista.
Tre quarti la tua metà.
Cento per cento chi?

* * *

la Pavlova
IN FRONT OF A MIRROR...

In front of a mirror
was learning to say no.
No. No. No.
The reflection was saying:
yes.

DI FRONTE AD UNO SPECCHIO...

Davanti ad uno specchio
Imparavo a dire no.
No. No. No.
Il riflesso diceva:
Sì.

* * *

I SING...

I sing, and my legs ache.
I write, and my jaws ache.
Make love, and my shoulders ache.
When I think, my neck aches.

CANTO...

Canto, e le gambe mi fanno male.
Scrivo, e le mascelle mi fanno male.
Faccio l’amore, e le spalle mi fanno male.
Quando penso, il collo mi fa male.

* * *

I'M TO CHEW AND SNEEZE...

I’m to chew and sneeze without a sound,
to shut my mouth when I yawn,
I’m not to bite my lips or fingernails,
nor to break wind at any time…
Why so? Am I not human?

DEVO MASTICARE E STARNUTIRE...

Devo masticare e starnutire senza rumore,
chiuder la bocca quando sbadiglio,
non devo morsicarmi le labbra o le unghie,
né scoreggiare mai...
Perché? Non sono forse umana?

* * *

O THE MOST MUSICAL NATION...

O the most musical nation in the world,
whose alphabet looks so much like notes
that I could sing its letters, from right to left,
with the quarter of my blood, which at times is one third,
at times one half, and at times like a flood
gushes out of my mouth and throat…
And the sea of ages parts, and through the parting waters Moses
comes onto me, leading Rachel Livshits, the daughter of Grigoriy, grandma Rose,
my primordial mama.

O LA NAZIONE PIU' MUSICALE...

O la nazione piú musicale del mondo,
il cui alfabeto somiglia tanto alle note
che potrei cantarne le lettere, da destra a sinistra,
col quarto di sangue, che a volte è un terzo,
a volte metà, a volte come un’inondazione
mi straripa da bocca e gola...
E il mare delle età si apre, e dalle acque separate Mosè
Avanza su di me, conducendo Rachel Livshits, la figlia d Grigoriy,
nonna Rosa,
la mia mamma primordiale.

* * *

WHEN I AM IN YOUR ARMS...

When I am in your arms, you think: "She’s mine, without fail."
But I will shed my body like a saurian tail,
and you will have to search the starry skies
for what you hoped to find between my thighs.

QUANDO SONO TRA LE TUE BRACCIA...

Quando sono tra le tue braccia, pensi: "Ella è mia, sicuramente."
Ma io mi libererò del corpo come coda di lucertola,
e tu dovrai cercare nei firmamenti
ciò che speravi di trovarmi tra le cosce.

* * *

LONELINESS IS...

Loneliness is a sexually
transmitted disease.
I let you be; let me be, please.
Let’s have a quiet moment
chatting about this and that,
leaving some things unsaid,
let’s have a hug and realize:
no cure for the lonely.

LA SOLITUDINE E' UNA MALATTIA...

La solitudine è una malattia
Trasmessa sessualmente.
Io ti lascio stare, tu per favore lasciami stare.
Prendiamoci un momento di riposo
Per parlare di questo e quello,
senza esprimere tutto,
abbracciamoci e capiamo:
non c’è cura per colui che è solo.

* * *

WRINKLES AROUND THE MOUTH...

wrinkles around the mouth
parenthesis
in the corners of the eyes
quotation marks
on the forehead
crossed out the writing on it
around the neck as a noose
and the bridal veil of gray hair

RUGHE INTORNO ALLA BOCCA...

rughe intorno alla bocca
parentesi
agli angoli degli occhi
virgolette
sulla fronte
attraversate da scrittura informe
un cappio intorno al collo
e il velo da sposa di capelli grigi

* * *

I FEEL...

I feel
your flesh so full
in me
that don’t feel it
at all
on top of me.
Is all of you
inside of me,
a thing-in-me?
Or is all of you
outside of me,
only seeming to be?

SENTO...

Sento
La tua carne così piena
In me
Che non la sento
Per niente
Sopra di me.
Sei tutto intero
Dentro di me,
una cosa mia?
O sei tutto intero
Fuori di me,
solo sembrando
d’esserlo?

* * *

IN MY LETTERS...

In my letters to you there’ll be
no single word of coquetry,
bravado, flippancy,
falsehood, lies, flattery,
arrogance, anger, complaining,
foolishness, philosophizing…
In my letters to you there’ll be
no words at all.

NELLE MIE LETTERE...

Nelle mie lettere per te non ci sarà
Parola melensa,
orgogliosa, stupida,
falsa, bugiarda, adulatoria,
arrogante, irata, lamentosa,
vana, filosofica...
Nelle mie lettere per te proprio
non ci saranno parole


[Leggermente diversa in francese:]

JE VOUDRAIS T'ECRIRE...

Je voudrais t’écrire une lettre
dans laquelle il n’y aurait pas un mot
de reproche, de rancune, d’insolence,
pas de coquetterie, de caprice, de bravade,
pas de flatterie, de mensonge, d’entourloupe,
pas la moindre billevesée, pas de vaine philosophie…
Je voudrais t’écrire une lettre
Dans laquelle il n’y aurait pas un mot.

* * *

RELIGION IS PHILOSOPHY...

Religion is philosophy prêt-a-porter.
Philosophy is religion haute couture.
Man is a full-dress portrait of God,
done by an ape. Cultures by way of
traces leave faces. The chain of passing
eras only ads touches to the face
of the One marked by the pronoun God,
Who is in all, behind all,
ere and after all.


LA RELIGIONE E' FILOSOFIA...

La religione è filosofia
prêt-a-porter.
La filosofia è religione
haute couture.
L’uomo è un ritratto completo di Dio
fatto da una scimmia. Le culture tramite
tracce lasciano facce. La catena di ere che
passano aggiungono solo ritocchi alla faccia
dell’ Uno segnato dal pronome Dio,
Che è in tutto, dietro tutto,
Prima e dopo tutto.

* * *

FELL IN LOVE...

fell in love in my sleep
woke up in tears
never loved anyone so much
never did anyone love me so
in my dream there was no time
to kiss him or to learn his name
now many a sleepless night
goes by
as I dream of him

INNAMORATA NEL SONNO...

Innamorata nel sonno
Svegliata in lagrime
Mai amato nessuno così tanto
Mai nessuno così tanto m’ha amato
Nel sogno non c’era tempo
Di baciarlo o conoscere il suo nome
Ora tante notti insonni
Passano
Mentre sogno di lui

* * *

BASKED IN THE SUN...

basked in the sun
listened to birds
licked off raindrops
only in flight
the leaf saw the tree
and grasped
its past
self

CROGIOLANDOSI AL SOLE

crogiolandosi al sole
ascoltando gli uccelli
leccandosi le gocce
solo in volo
la foglia vide l’albero
e afferrò
il suo passato
io

* * *

ON THE CHIN...

On the chin, around the chin,
under the chin many a kiss…
The golden boat is all atremble
on the surface of closed eyes.
Hair, rowlocks, clavicles,
fuzzy skin, lilies, reeds…
My soul with its every particle
knows what’s happened, what’s bound to be.
I proffer my face, my shoulders
to the miracle, as to the wind.
Come to me, keep rowing. A child again,
I’ll curl up asleep on the stern.

SUL MENTO...

Sul mento, intorno al mento,
sotto il mento tanti baci...
La barca d’oro è tutta un tremore
Sulla superficie di occhi chiusi.
Capelli, forcelle, clavicole,
pelle nivea, gigli, canne...
L’anima mia in ogni sua parte
sa ciò che è successo, cosa succederà.
Offro il volto, le spalle
al miracolo, come se al vento.
Vieni da me, continua a remare. Di nuovo bambina,
mi accuccerò a poppa addormentata

* * *

(altre sue poesie si possono leggere nella pagina EBRAICA)




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